Riepilogo Contenuti
Sviluppare una brand awareness: da dove partire
Sviluppare una forte brand awareness è la linfa vitale di ogni azienda. Possiamo avere il miglior prodotto sul mercato, avere un customer service eccezionale o un sito web molto attraente, ma se la nostra impresa non è conosciuta e non ha il suo posto ben definito nella mente dei consumatori, tutti i nostri sforzi saranno vani.
Esistono tante strategie per poter raggiungere l’obiettivo della visibilità. È necessario quindi restringere il campo e concentrarsi su quelle azioni che ci permetteranno di migliorare in modo più sostanziale. Rimanendo nell’ambito online e in relazione al sito web, perno di ogni attività digitale, il metodo per eccellenza è la SEO ovvero migliorare la visibilità del nostro portale sui motori di ricerca.
Da dove partire: cos’è la SEO e come può aiutarti
Prima di comprendere nello specifico cosa sia la SEO è necessario guardare all’ambiente in cui opera e perché è così importante. Guardiamo a 3 dati:
- 5 miliardi di ricerche avvengono ogni giorno Online (report We Are Social 2022);
- il 68% di qualsiasi esperienza online ha inizio interagendo con un motore di ricerca;
- di questi, solo lo 78% degli utenti proseguirà la ricerca di informazioni nella seconda pagina dei risultati (report Backlinko).
Guardando ai numeri torna subito in mente uno dei detti più conosciuti in questo ambito: “Il miglior posto per nascondere un segreto è la seconda pagina dei risultati di ricerca di Google”. Capiamo quindi come se un sito internet non riesce a posizionarsi in modo adeguato rispetto al contenuto offerto, sarà come se non esistesse per gli utenti.
Ad ovviare a questo scenario interviene la SEO (Search Engine Optimization), la strategia volta a migliorare il posizionamento del mio sito web e il suo contenuto nei risultati online. Quindi per capire come funziona realmente, dobbiamo conoscere come ragionano i motori di ricerca, in particolare Google. Perché proprio lui? Se vogliamo farci trovare dai clienti, dobbiamo essere dove loro vivono quotidianamente e guardando ad un’indagine condotta da Sparktoro, il 92.96% del traffico globale passa attraverso la ricerca Google, Google Immagini e Google Maps.
Una caratteristica che rende molto efficace fare attività di SEO, è la sua stessa natura che in passato sconvolse le vecchie metodologie di marketing. Se la pubblicità tradizionale è incentrata sul vendere un prodotto alla massa anche se essa non vuole recepire il messaggio di vendita (outbound), con la SEO il processo si inverte. Ora le persone cercano ciò di cui hanno bisogno, mentre ai marketer spetta il compito di creare il giusto contenuto e farlo trovare al momento giusto (inbound). Infatti, ci sono davvero molti vantaggi per cui una PMI dovrebbe includere una strategia di SEO nelle proprie attività di marketing, ma quello più importante è sicuramente il tempismo. È vitale per un’azienda farsi trovare nel momento in cui il cliente ha bisogno o ricerca informazioni, altrimenti esso volgerà lo sguardo verso altre aziende.
Cos’è la Local SEO e perché può fare la differenza
Una sottocategoria della SEO è chiamata Local SEO e si rivolge a tutte quelle attività che hanno un contatto diretto coi propri clienti. Si applica sia a piccole/medie imprese che a marchi nazionali o internazionali. Se un’azienda incontra direttamente i propri clienti attraverso un negozio o un’area a loro dedicata, è considerata local business e possono essere utilizzate specifiche tecniche per aumentare la sua visibilità online.
La Local SEO è diventata ormai una tecnica di marketing molto influente. Basta guardare ai dati forniti rispettivamente da Google, Hubspot e Chatmeter sui comportamenti degli utenti in ambito locale:
- il 46% delle ricerche che avvengono su Google è volta a ricercare informazioni locali;
- tra coloro che compiono queste ricerche da smartphone, il 76% visita il luogo fisico entro un giorno;
- le ricerche effettuate dagli utenti con la parola “vicino a me” sono aumentate del 900% in due anni.
Questo accade anche perché i risultati local differiscono da quelli organici tradizionali poiché sfruttano una visualizzazione migliore e più punti di contatto soprattutto dai dispositivi mobile. In particolare, grazie alla scheda di Google My Business gli utenti possono ottenere i contatti, gli orari, le recensioni, le informazioni di cui hanno bisogno in modo rapido, guardare dove si trova l’attività e richiedere di essere guidati fin lì da Google Maps. Inoltre, la maggior parte di queste interazioni verranno fatte senza entrare nel sito web perché Google metterà a disposizione ciò di cui gli utenti hanno bisogno ancor prima di fare un secondo click. Si intuisce quindi come pensare alla Local SEO non dev’essere più un’alternativa, ma un’opportunità da cogliere impostando una strategia su misura per la nostra attività.
Il contenuto è sempre il re della strategia
Il contenuto è la base per qualsiasi attività di marketing digitale. Senza una proposta di valore difficilmente la nostra strategia risulterà efficace. Anche l’attività di ottimizzazione del nostro sito web non è esclusa dall’influenza del contenuto, infatti se abbiamo delle informazioni rilevanti, la SEO funzionerà come cassa di risonanza del nostro sito per far arrivare le nostre pagine al maggior numero di persone possibile (e prima dei nostri concorrenti).
In passato fare SEO significava soltanto utilizzare delle determinate keyword in punti strategici del sito. L’esperienza utente era secondaria. Bastava accertarsi che i motori di ricerca trovassero le parole chiave e classificassero un sito come rilevante per quei termini.
Oggi invece Google estrae il significato di una pagina dal suo contenuto e dal contesto in cui inserito. Se le parole chiave sono ancora importanti, i metodi di corrispondenza esatta con le query di ricerca non sono più così validi. Sono competenza, autorevolezza e affidabilità a fare la differenza. Proprio come le persone, Google privilegia le informazioni di valore, quelle che soddisfano nel modo più rapido e profondo possibile la ricerca degli utenti. Ecco perché dobbiamo ricordarci di produrre contenuti che interessino realmente le persone e non col solo obiettivo di indicizzare le nostre pagine.
Ecco, quindi, le principali caratteristiche che una pagina web deve avere per posizionarsi in modo ottimale nelle SERP (Search Engine Result Pages):
- In-depth: il contenuto deve essere sufficientemente approfondito e curato.
- User-friendly: testi leggibili e organizzati in modo semplice senza troppa pubblicità.
- Unique: i contenuti devono essere unici. Se sono copiati da altre pagine si incapperà in problemi di posizionamento.
- Authoritative and trustworthy: i contenuti sono affidabili per informazioni su un determinato argomento?
- Search intent: gli argomenti devono essere in linea con gli intenti di ricerca degli utenti. Questo contribuisce di molto nella creazione di contenuti di qualità.
In sintesi, il contenuto deve essere naturale, unico, di qualità e scritto principalmente per gli utenti, in secondo luogo per i motori di ricerca.
I principali trend SEO
Dopo aver compreso cos’è la SEO e l’importanza del contenuto di valore per gli utenti, concretizziamo queste informazioni nell’attualità guardando a che punto è l’ottimizzazione dei motori di ricerca nel 2022 e quali sono le attività specifiche imprescindibili per rimanere competitivi.
- User intent: come anticipato per i contenuti, l’intento di ricerca delle persone è un trend che si è consolidato nel tempo. È qui che si devono concentrare i nostri sforzi nella content strategy. Non solo, serve impostare questa strategia in modo olistico, ovvero bisogna allineare tutta la nostra comunicazione aziendale online per fornire contenuti realmente utili. Per farlo i marketer devono comprendere a fondo il target a cui si rivolgono e successivamente suddividere i contenuti in base ai bisogni specifici. Capire la relazione tra le parole chiave e sapere come indirizzarle per soddisfare l’intento di ricerca è la differenza tra una strategia di ricerca efficace e una inefficace.
- User experience: non basta avere un sito, serve curarlo in ogni dettaglio per rendere l’esperienza di navigazione il più naturale possibile. Gli utenti devono arrivare alle informazioni di cui hanno bisogno senza avere la percezione di essere ostacolati nel farlo. La UX è però un concetto ancora più ampio. Infatti, anche i contenuti che andremo a pubblicare dovranno essere impaginati e redatti per una lettura fluida e scorrevole. Non solo, devono essere organizzati in modo gerarchico per permettere una fruizione a “spot” anche per chi non necessita di leggere tutto un testo o guardare un intero video. Un contenuto, ma più modi per interagirci.
- Immagini e contenuti visuali: il 2022 è l’anno in cui le immagini stock vedranno un forte declino. Infatti, Google sta dando sempre più rilevanza all’unicità di ciò che offriamo nel sito e questo accade perché anche gli utenti si accorgono quando mostriamo qualcosa che non è la reale rappresentazione della nostra attività. Anche da un punto di vista di ricerche, Google Images non sarà solo un motore di ricerca secondario, ma verrà sempre più integrato nei risultati principali. L’intelligenza artificiale di Google permetterà di riconoscere se un’immagine o un video sarà il migliore risultato per un utente e quindi occuperà le prime posizioni.
Fin dai principi, i motori di ricerca sono nati per soddisfare la richiesta di informazioni delle persone. Con uno spazio online sempre più affollato, i contenuti di qualità, scritti per le persone, sono quelli che spiccheranno nella folla. Ecco perché dobbiamo tenere a mente quanto sia importante ottimizzare il nostro sito web e il relativo contenuto per i motori di ricerca, senza dimenticare che chi sceglierà se cliccare o meno sul nostro link sarà una persona.