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Spesso ci capita di aver dimenticato del tutto alcuni oggetti che hanno accompagnato la nostra vita – soprattutto la nostra infanzia – per ore e ore ogni giorno. A volte, poi, qualcosa ce li fa tornare in mente regalandoci un prezioso tuffo nella nostra vita di bambini….
Oggi proviamo noi a farvi rivivere questo amarcord, se siete stati bambini tra la fine degli anni Settanta e la fine degli Ottanta. Pronti? Vi ricordate i Trasferelli?
I Trasferelli erano una sorta di adesivi colorati che raffiguravano personaggi di fantasia, figure storiche, pirati, mostri, soldati romani, piante e animali, eroi della Disney, calciatori, brontosauri, automobili, aerei – insomma fantasia a briglia sciolta!
Bambini e bambine potevano stampare – o meglio “trasferire” – queste figure su sfondi prestampati, su un foglio di carta o sulla propria pelle semplicemente passandoci sopra con una matita o con un righello. Così facendo – per la prima volta in maniera interattiva – i più piccoli usavano un sistema simile a quello della stampa per creare da soli storie e immagini dando libero sfogo alla propria fantasia.
Insomma, siamo riusciti a sbloccarvi un ricordo?
Da dove arrivavano i Trasferelli?
I Trasferelli si diffusero su larga scala a partire dalla fine degli anni Settanta diventando un vero e proprio oggetto di culto. Probabilmente negli anni Ottanta non c’era bambino che non li avesse visti o usati almeno una volta.
All’estero erano conosciuti come Action Transfer o Kalkitos. In Italiaper lo più li si chiamava Trasferelli anche se questo era in realtà il nome di una particolare pubblicazione commercializzata da Grinta Giochi. Molte altre erano le collane di trasferibili in commercio nello Stivale, tutte a prezzi molto accessibili: la Mondadori pubblicava i Transtoriello, c’erano poi i Calcarelli o i Supertransfer, gli unici con le ambientazioni e i personaggi iconici di Mazinga, Goldrake e Jeeg. STRIP invece era una collana che, oltre ai personaggi, raccoglieva anche onomatopee, baloon e altri elementi fumettistici tra i suoi trasferibili.
In realtà i Trasferelli nascono però negli anni Sessanta e sfruttano una tecnologia di impaginazione grafica rivoluzionaria per l’epoca: l’instant lettering o trasferimento a secco [qui abbiamo raccontato la storia di questa invenzione].
Brevettata dall’azienda inglese Letraset, questa semplice soluzione di impaginazione ha permesso infatti per la prima volta un po’ a tutti di creare manifesti, poster o fanzine – e di farlo a casa propria e al costo di pochi centesimi. Una sorta di rivoluzione se si pensa che la stampa fino a quel momento era gestita principalmente da tipografie ed editori, gli unici che si potevano permettere i grandi investimenti necessari per comprare le macchine da stampa.
Con l’instant lettering invece la creazione di prodotti grafici era nelle mani di chiunque per pochi spicci – decenni prima dell’avvento dei computer e dei primi programmi di grafica.
Una tecnologia dai risvolti inaspettati: largo alla fantasia!
Il funzionamento dei trasferibili a secco era semplicissimo: applicando i fogli su una qualsiasi superficie e strofinando con cura, la lettera veniva stampata, o più precisamente, trasferita. I fogli della Letraset erano infatti costituiti di un materiale sensibile alla temperatura e le lettere erano stampate con degli inchiostri speciali. Lo sfregamento aumentava il calore e permetteva al carattere di trasferirsi sul supporto desiderato senza avere un particolare spessore. Il risultato assomigliava a una vera e propria stampa.
Ebbene dopo qualche anno dal primo brevetto, precisamente nel 1964, la Letraset ebbe l’idea di creare dei trasferibili per bambini. Nacquero così gli Action Transfer, i primi Trasferelli!
Mondi e immagini create con i Trasferelli erano i più fantasiosi. E gli sfondi in mano ai bambini venivano tempestati dei personaggi più disparati.
Si andava dagli assedi medievali alle flotte piratesche, dai western alle battaglie antiche. Le collane dedicate alla storia permettevano infatti ai più piccoli di imparare qualcosa e di immergersi in atmosfere esotiche: c’erano Trasferelli dedicati alla scoperta dell’America, altri che ritraevano lo sbarco in Normandia. E ancora: pubblicazioni sugli animali preistorici, sulla battaglia di Lepanto, sul mondo sommerso, sull’esplorazione lunare. Ma anche sport – come la motocross o i mondiali di calcio –, fiabe come Cappuccetto Rosso e personaggi della fantasia come Zorro o Robin Hood.
E oggi?
Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta i Trasferelli sparirono quasi improvvisamente.
A contribuire alla loro estinzione è stato il diffondersi di molti altri passatempi tra cui, soprattutto, i primi videogames. Vista con la prospettiva di oggi, la tecnologia dell’instant lettering sembra proprio il punto di congiunzione tra la vecchia stampa a caratteri mobili e l’avvento dei primi computer: i trasferibili sono state tra le prime soluzioni a permettere a chiunque di stampare un prodotto grafico a casa propria.
E oggi? Oggi i Trasferelli sono materiale da collezione. Ma è anche il valore affettivo a non abbandonare questo oggetto caro all’infanzia di un’intera generazione. In Inghilterra ad esempio è nata SPLAT, una società e un sito internet che ha proprio lo scopo di preservare la storia degli Action Transfers della Letraset. Chissà, magari in futuro anche questa tecnologia vintage tornerà di moda.
E voi avete mai giocato con i trasferelli? Vi piacerebbe ritrovarne ancora una confezione?