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Il disegno animato è da sempre un affascinante territorio di sperimentazioni e creatività.
L’animazione spesso è considerata una figlia minore del cinema, ma in realtà è nata molto prima dell’invenzione dei fratelli Lumière. Le sue origini affondano infatti in tutte quelle ingegnose tecniche e tecnologie utilizzate da cantastorie e intrattenitori per suscitare meraviglia prima dell’invenzione del cinematografo: le antiche ombre cinesi e strumenti più moderni come gli zootropi o i teatri ottici. Ieri come oggi, comunque, il bisogno di fondo che accompagna il mondo del disegno animato è sempre lo stesso: suscitare emozioni e meraviglia.
Per questo abbiamo pensato di proporvi un piccolo spazio dedicato all’animazione – un articolo per staccare la spina e lasciarvi ispirare. Ecco una carrellata di alcune tecniche utilizzate nell’arte dell’animazione, dalle più popolari a quelle più artigianali, illustrata dai migliori esempi che – secondo noi – si possono trovare online.
Non ci resta che augurarvi… buona visione!
Stop motion
Quasi tutti conoscono la tecnica di animazione dello stop motion. Forse meno persone sanno che c’è anche una parola italiana per definirla: animazione a passo uno. Si tratta di una delle tecniche più usate e apprezzate anche nel mondo del cinema, tanto che uno dei primi a usarla fu Georges Méliès – uno dei padri fondatori della settima arte – che la utilizzò nel 1902 per il suo film Viaggio nella luna.
La tecnica di per sé è molto semplice: si tratta di fotografare degli oggetti, dei disegni, delle marionette o delle persone in pose successive in cui la posizione o piccoli dettagli sono sempre leggermente variati. Questi fotogrammi mostrati poi all’occhio umano ad alta velocità (12 o 24 fotogrammi al secondo) simuleranno una particolare sensazione del movimento.
Il bello di questa tecnica è che si può lasciare campo libero alla creatività. C’è chi ad esempio, per raccontare la storia del mondo, ha pensato di animare enormi graffiti ed elementi della città. È il caso dello street artist italiano Blu nella sua opera Big Bang Big Boom.
Ma anche molti registi affermati hanno usato la stop motion. Uno su tutti è Tim Burton che nel 1993 l’ha usata nel film natalizio The Nightmare Before Christmas, riportando in auge questa tecnica che sembrava destinata a scomparire con l’avvento dell’animazione 3D. Per realizzare il film furono costruiti e animati ben 227 pupazzi.
Un altro regista legato all’uso dello stop motion è il francese Michel Gondry, conosciuto soprattutto per aver realizzato videoclip per band musicali come i Daft Punk e i Chemical Brothers. In questo video realizzato per la band americana White Stripes ha pensato di utilizzare l’animazione a passo uno per dar vita a dei Lego.
La “pittura viva” di Petrov
Una particolare tecnica di animazione a passo uno – definita “pittura viva” – è quella inventata dal regista e animatore russo Aleksandr Petrov e che gli è valsa la statuetta dell’Oscar per la migliore animazione.
La tecnica usata da Petrov consiste nel realizzare disegni spalmando colore a olio con le dita su una piattaforma illuminata e trasparente. I disegni vengono poi fotografati e successivamente modificati immediatamente per una nuova foto. Una tecnica complessa e dispendiosa in termini di tempo: Petrov sostiene che – quando va bene – riesce a realizzare circa 15 disegni al giorno. Per Il vecchio e il mare, il cortometraggio più famoso di Petrov e premiato con la preziosa statuetta nel 1999, l’artista ha lavorato per tre anni su 29mila fotogrammi. Visto il risultato, siamo tutti contenti che lo abbia fatto.
Una tecnica artigianale italiana: pastelli graffiati
La pazienza, lo abbiamo visto, è una delle qualità che un buon animatore deve sicuramente avere. Ne è riprova anche l’opera di un altro importante regista d’animazione, questa volta italiano. Simone Massi è considerato uno dei più grandi animatori indipendenti a livello nazionale, con all’attivo oltre 200 premi vinti nei principali festival nazionali e stranieri. Realizza cortometraggi e lungometraggi con una sua particolare tecnica: disegna con pastelli a olio stesi su carta e poi graffiati con puntesecche e altri strumenti incisori. I fotogrammi di volta in volta vengono fotografati e successivamente animati in sequenza: anche in questo caso, come per la tecnica di Aleksandr Petrov, si tratta di una variazione dell’animazione a passo uno.
Simone Massi dal 2012 al 2016 ha realizzato le sigle della Mostra del Cinema di Venezia. La sua opera Dell’ammazzare il maiale ha vinto nel 2012 il David di Donatello come miglior cortometraggio.
Computer grafica
Vent’anni fa la computer grafica sembrava dover spazzar via tutte le tecniche di animazione concorrenti. Così non è andata, come abbiamo visto, e il mondo dell’animazione è rimasto variegato in quanto a tematiche, stili e tecniche utilizzate. Ma è certo che l’animazione digitale è il settore che negli ultimi anni ha assistito alle più importanti migliorie tecniche e ai più grandi investimenti. Il risultato? Alcuni dei film ormai entrati nell’immaginario di tutti sono stati realizzati grazie alla computer grafica.
A partire dall’anno zero dell’animazione digitale — il 1995, con l’uscita di Toy Story — a farla da padrone in questo campo è stata la Pixar Animation Studios. Toy Story è stato infatti il primo lungometraggio d’animazione realizzato interamente con la computer grafica e da quel momento in poi è stato seguito da molti titoli ormai diventati cult: da Alla ricerca di Nemo a Inside Out.
Ma attorno al successo della Pixar sono nate innumerevoli realtà, piccole e grandi, che hanno sfruttato le possibilità aperte dalla computer grafica per raccontare piccole e grandi storie. Storie come quella di Alike, cortometraggio animato di Daniel Martínez Lara e Rafa Cano Méndez che racconta con dolcezza l’importanza delle emozioni. Il cortometraggio realizzato in computer grafica – utilizzando un software opensource e gratuito – si è aggiudicato il Premio Goya come Miglior corto animato del 2016.
E voi? Avete delle opere animate che vi stanno a cuore da aggiungere alla nostra lista?