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Prima di metterci a scrivere questo articolo ci siamo procurati qualcosa di rinfrescante da bere. Converrete con noi: non si può scrivere un articolo sulle bibite senza averne una da sorseggiare a portata di mano, specie se fuori batte il solleone. Andate anche voi a riempirvi il bicchiere. Leggendo potrebbe venirvi voglia di sorseggiare la vostra bevanda preferita…
Qui vogliamo raccontarvi la storia di alcune intramontabili bibite, come Coca-Cola, Fanta, Sanbittèr ed Estathè. Vogliamo anche mostrarvi i loro vecchi, ma sempre freschissimi, spot. Alla salute!
Coca-Cola, storia di una bibita iconica
Sembra impossibile pensare a Coca-Cola senza visualizzare la sua iconica bottiglietta dalle forme sinuose. Eppure, all’inizio della sua storia, la bibita veniva venduta solo sfusa. La Coca-Cola nacque nel 1886 ad Atlanta, a inventarla fu il farmacista John Stith Pemberton. In principio il prodotto iniziò a essere commercializzato come bevanda da asporto, venduta a cinque centesimi al bicchiere. La bibita, gustosa e dissetante, non si chiamava ancora Coca-Cola. Fu Frank Mason Robinson, contabile dell’azienda, a suggerirne il nome e a disegnarne l’inimitabile logo con la scritta in corsivo. Un logo rimasto nel tempo pressoché invariato, guardate la prima versione datata 1887.
La prima Coca-Cola imbottigliata venne venduta nel 1894 a Vicksburg, nel negozio di Joseph Augustus Biedenharn. In risposta alla crescente domanda, Joseph installò nel retro del suo negozio un macchinario per l’imbottigliamento della bevanda e da lì iniziarono a partire casse e casse di Coca-Cola.
Inevitabilmente, man mano che il prodotto diventava più popolare, aumentavano le imitazioni. Le prime pubblicità di Coca-Cola mettevano in guardia i consumatori dal rischio di acquistare un prodotto contraffatto: “Esigete l’originale”, “Non accettate surrogati”. Nasceva, insomma, la necessità di rendersi sempre più riconoscibili. Coca-Cola doveva essere riconosciuta immediatamente, “anche a occhi chiusi”. Anche per questo fu progettata l’iconica contour bottle, disegnata il 16 novembre 1915 dalla Root Glass Company di Terre Haute.
Ma ora veniamo alle pubblicità di Coca-Cola, iconiche quanto la bottiglietta. Da anni sono accompagnate da slogan, illustrazioni e jingle sempreverdi, anzi “semprerossi”. Ve lo ricordate, per esempio, lo slogan “Pause That Refreshes”? Pensate: ha quasi un secolo di storia! Comparve per la prima volta su The Saturday Evening Post nel 1929. E le celebri illustrazioni di Norman Rockwell per Coca-Cola?
Forse vi suonerà famigliare il jingle “Things Go Better with Coke”, che divenne un vero e proprio successo radiofonico. E probabilmente ricorderete alcuni vecchi spot pubblicitari. Rinfrescatevi la memoria con questi due.
Fanta, la celebrazione della fantasia
Quando eravamo piccoli noi, alle festicciole di compleanno, ci si divideva in due fazioni: chi beveva Coca-Cola; chi preferiva la Fanta. Le due fazioni, però, non sapevano di essere sotto un’unica bandiera, essendo Fanta un prodotto Coca-Cola. La bibita nacque nel 1941 in Germania, quando Max Keith, un imbottigliatore Coca-Cola, a causa della guerra dovette interrompere le importazioni della bibita. Per non lasciare la Germania a bocca asciutta, si inventò una nuova bevanda creata con un numero limitatissimo di ingredienti, gli unici che aveva a disposizione: bucce di frutta, fibre e polpa di mela, zucchero di barbabietola e siero di latte. A questo miscuglio diede il nome “Fanta”, una contrazione della parola tedesca “fantasie”. Nella storia di Fanta, però, manca ancora un capitolo fondamentale, quello italiano.
Nel 1955 la bibita iniziò a essere prodotta in Italia, più precisamente in uno stabilimento di Napoli. Qui incontrò le arance del mezzogiorno che divennero l’ingrediente simbolo. A celebrare lo sposalizio, pochi mesi dopo venne lanciata la celebre ring bottle di Fanta con il vetro zigrinato.
“Fanta, l’aranciata d’arancia”. Gli slogan che accompagnavano le prime campagne pubblicitarie puntavano tutto sul succo naturale, sulla genuinità della bibita. Visto il grande successo, nel 1958 The Coca-Cola Company decise di acquistarne i diritti e di investire sul suo posizionamento: Fanta è una bibita dalla personalità frizzante, sprigiona energia e creatività. Non a caso i primi spot vanno a ripescare i personaggi dei cartoni animati e immergono i piccoli spettatori in un coloratissimo mondo di fantasia. Ve li ricordate? Andiamo a rivederli insieme.
Fanta, 1984.
Fanta, 1986.
Fanta, 1990.
Sanbittèr, l’analcolico italiano per eccellenza
Rimaniamo in Italia e facciamo un salto nei primi anni Sessanta, gli anni della Dolce Vita e gli anni degli aperitivi in piazzetta. Nel 1961 nasce il Bitter Sanpellegrino. L’analcolico, dal caratteristico sapore amaro e dal colore rosso intenso, è un mix di erbe servito nell’iconica bottiglietta monodose. Ma non si tratta semplicemente di un analcolico, si tratta dell’analcolico per eccellenza. In pochi sanno, infatti, che il Bitter Sanpellegrino è il primo aperitivo analcolico lanciato sul mercato. Da quel momento in poi, diventa simbolo di convivialità e di quel gusto, tipicamente italiano, per i piccoli piaceri della vita.
Dagli anni Settanta iniziano anche a comparire i primi spot, diventati poi cult. Il primo in assoluto, ancora in bianco e nero, fu girato a Portovenere. Lo spot ha un obiettivo: fissare bene nella memoria delle persone il nome del prodotto e invitare i consumatori a chiamare la bibita con il suo nome, anche se un po’ lungo.
Avrete notato che fino a ora l’abbiamo chiamato “Bitter Sanpellegrino”, non “Sanbittèr” come lo conosciamo oggi. Il nome attuale fu infatti un’acquisizione successiva. Negli anni Ottanta l’azienda optò per una contrazione del nome del prodotto che lo rendeva più semplice e memorabile: “Sanbittèr c’est plus facile!”. Per lanciarlo e stamparlo bene nella memoria dei consumatori, nel 1987 Sanpellegrino fece uscire i mitici spot con il barista Mario.
Negli anni duemila ci fu un’altra tappa significativa per la storia del Sanbittèr: venne ridisegnata la bottiglietta. L’obiettivo? Rendersi ancora più riconoscibili, far sì che il prodotto si stagli sui banconi dei bar e sugli scaffali dei supermercati.
La forma nasce dall’armoniosa fusione di due figure geometriche iconiche del marchio: il triangolo e il cilindro. Il vetro non è liscio ma imperlato con goccioline che trasmettono un grande senso di freschezza. Dietro la riprogettazione della bottiglietta c’è il lavoro dello studio Italdesign Giugiaro, l’azienda di Giorgetto Giugiaro e di Aldo Mantovani fondata a Torino nel 1968 – la stessa che ha progettato grafica e packaging di Estathé.
Estathé, il sapore dell’estate
Visto che l’abbiamo citato, parliamo di Estathé. Nel 1972 Michele Ferrero creò una bevanda dissetante ma non gassata. Nella scelta del nome giocò con la parola “Estate” e per il packaging venne scelto un formato molto originale: un bicchierino bianco coperto da una sottile membrana di alluminio che può essere forata in qualsiasi punto.
Riguardando i vecchi spot di Estathé, ci rendiamo conto di quanto la bevanda abbia accompagnato tante abitudini della nostra società: dalla merenda a scuola, alla bibita rinfrescante da sorseggiare in spiaggia. Era – ed è – sempre presente nei momenti di svago e spensieratezza… per questo è difficile non avere un ricordo gioioso associato alla bevanda. Questo è anche merito degli spot che pubblicizzavano il prodotto. Uno dei primi risale al 1983, protagonisti sono sue fidanzatini che si punzecchiano in spiaggia e si rinfrescano con Estathé.
Sempre negli anni Ottanta, in televisione compariva questo spot che consigliava Estathé anche per la merenda dei bambini, perché creato solo con thé e limone, senza l’aggiunta di coloranti.
Arriviamo ora agli anni Novanta, a quella che è forse la pubblicità più popolare. Chi si ricorda il gringo Pedro? Eccolo qui, mentre si gode una siesta con l’amico, all’ombra del grande sombrero. A risvegliarlo è il suono della cannuccia che fora il bicchierino di Estathé. “Si sente quando è Estathé”.
E ora… cincìn! Buona estate da Pixartprinting 🙂