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La stampa in quadricromia è una tecnica che permette di stampare un’immagine a colori: attualmente è il sistema standard per la stampa offset e digitale ed è quindi il più utilizzato al mondo. Questa tecnica di stampa si chiama quadricromia perché si basa sull’utilizzo di quattro colori, i cosiddetti colori CMYK come vedremo tra poco: ciano, magenta, giallo e nero. Tramite l’utilizzo di questi colori si può riprodurre su carta poco meno del 70% dei colori visibili dall’occhio umano!
Ebbene sì, oggi vogliamo spiegarvi il funzionamento della stampa in quadricromia e il significato dei colori CMYK! E lo vogliamo fare nel modo più semplice possibile… per questo abbiamo pensato di rispondere ad alcune comuni domande. Ad esempio: perché si usano solo questi quattro colori? E come vengono miscelati? E perché è così difficile ricreare in stampa ciò che vediamo sullo schermo?
Buona lettura!
Come funziona la stampa in quadricromia?
Come abbiamo detto, la stampa in quadricromia miscela insieme quattro colori: ciano (in inglese cyan), magenta (magenta), giallo (yellow) e nero (key). Dalle diciture inglesi nasce l’ormai famoso acronimo colori CMYK.
Questi quattro colori di base che compongono il modello di colore CMYK vengono miscelati e per sintesi sottrattiva creano molti altri colori (l’intero range di colori creati da un modello di colori è detto gamut).
Che cosa vuol dire sintesi sottrattiva? I colori di base stampati su un foglio bianco funzionano come un filtro. La luce attraversa il primo colore (ad esempio il magenta) e l’inchiostro assorbe parte di quella luce. La luce rimanente attraversa il secondo colore (ad esempio il ciano) e viene in parte ancora assorbita. La luce rimanente viene riflessa dal foglio bianco e va a colpire il nostro occhio: questo è lo stimolo che costituisce il colore che vediamo.
Come sono miscelati i colori CMYK nella stampa in quadricromia?
Si potrebbe pensare che nella stampa in quadricromia i colori vengano miscelati come fa il pittore con le tempere: ovvero semplicemente mescolati insieme. In realtà non è così.
La miscela dei colori avviene stampando miriadi di puntini monocolore uno accanto all’altro, utilizzando dei modelli particolari detti retini (leggi il nostro approfondimento sui retini per la stampa). Una macchina per la stampa infatti non mescola direttamente i colori, ma stampa punti con una determinata dimensioni e frequenza: è il nostro occhio e il nostro cervello che rielaborano questa informazione restituendoci… il colore!
I colori CMYK: perché se ne usano solo quattro nella stampa in quadricromia?
Una domanda comune sulla stampa in quadricromia è proprio questa: perché si sono scelti questi quattro colori? E perché solo questi? Come spesso avviene nella storia della tecnica e della tecnologia… è un fatto di convenienza! Stampare con i colori CMYK permette di raggiungere il più ampio spettro di tinte stampabili con il numero più basso di colori di partenza.
Ovviamente quindi si potrebbe stampare con più colori: esistono infatti macchine che stampano a sei colori (esacromia) o a otto colori e si utilizzano sia per aumentare lo spettro riprodotto, ma anche per migliorare in alcuni casi la brillantezza dei colori o il loro realismo.
Infine, aziende come la famosa Pantone invece realizzano le cosiddette tinte piatte: sono colori creati ad hoc e non stampabili in quadricomia. Proprio la Pantone ha nel suo catalogo 1114 colori realizzati mescolando 13 pigmenti diversi (più il nero).
Va da sé però che stampare i colori Pantone risulti molto più costoso rispetto a una stampa in quadricomia: le tipografie infatti devono ordinare appositamente le tinte piatte e tenerle in magazzino!
Ma la tecnica più utilizzata e conveniente rimane sempre la stampa in quadricromia.
Differenza tra colori CMYK e RGB
Perché è così difficile ricreare a stampa i colori che vediamo sul nostro computer? Spesso grafici, clienti e semplici appassionati si devono confrontare con questo problema! Ora che abbiamo approfondito il funzionamento della stampa in quadricromia, proviamo a rispondere anche a questo quesito.
Come detto, la stampa in quadricromia utilizza un modello a quattro colori: i colori CMYK. I colori che compaiono sullo schermo del nostro computer, invece, vengono creati da un altro modello – questa volta a tre colori – denominato RGB: rosso (red), verde (green) e blu (blue). La differenza tra i colori su schermo e quelli stampati deriva proprio da questo!
Nell’immagine che segue vediamo in grande l’intero spettro di colori visibili dall’occhio umano. Il triangolo nero invece corrisponde ai colori riproducibili attraverso il modello di colore RGB. Il poligono grigio ci mostra infine i colori realizzabili tramite la stampa in quadricromia CMYK.
Quindi, tecnicamente, è impossibile stampare tutti i colori che vediamo a schermo. Come è impossibile riprodurre sullo schermo tutti i colori che vediamo nel mondo che ci circonda!
Inoltre, nella stampa intervengono altre variabili: il tipo di inchiostro, la carta utilizzata, la macchina scelta per stampare e diversi parametri in mano ai tipografi! Ovviamente ci sono delle soluzioni per permettere una resa sempre migliore della stampa rispetto allo schermo, ma questo argomento meriterà un approfondimento a parte… quindi continuate a seguirci!
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