Raccontare il mondo con la fotografia: l’innovazione nello storytelling del magazine LIFE

Raccontare il mondo con la fotografia: l’innovazione nello storytelling del magazine LIFE

Alessandro Bonaccorsi Pubblicato il 4/19/2024

Fondato nel 1883, Life è stato uno dei più importanti magazine americani, conosciuto in tutto il mondo, soprattutto per il suo uso dirompente e innovativo della fotografia.
Cambia veste e tipologia di contenuti varie volte, prima di affermarsi, nel 1936, come il primo grande magazine americano di All-News basato sulla fotografia. Fino a quel momento, infatti, aveva un taglio più leggero e preferiva un uso massiccio di illustrazioni, tra cui quelle del grande Norman Rockwell. È proprio su queste pagine che Rockwell aveva tratteggiato così bene l’evolversi dell’America, con illustrazioni pittoriche e realistiche sempre al limite della caricatura, che ben si adattavano al carattere umoristico del primo Life. 

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.

Affermatosi come news magazine, il Life traccerà la storia dell’informazione stampata, facendosi alfiere di un uso sia documentale che dirompente del medium fotografico, contribuendo a far nascere il photo-journalism che si diffonderà presto in tutto il mondo.
Il magazine, dopo un picco di successo che dura fino agli sessanta del novecento, inizia a perdere copie per la concorrenza di altre grandi riviste affacciatisi sul mercato, fino a conoscere una vera propria crisi e trasformarsi negli anni duemila in un sito web, senza più nessuna pubblicazione cartacea.

Copertina del 1936 di Life. Tutti i diritti sono riservati.

IL DOMINIO DELLA FOTOGRAFIA

Quando nel 1936, l’editore Henry Luce acquistò la rivista, aveva le idee ben chiare su ciò che sarebbe diventata per il grande pubblico americano, ovvero, queste le sue parole, un mezzo: “Per vedere la vita; per vedere il mondo; essere testimone oculare di grandi eventi; guardare i volti dei poveri e i gesti dei superbi; […] vedere e provare piacere nel vedere; vedere e stupirsi; vedere ed essere istruito”. Life doveva diventare il contenitore per fotografie che sapessero raccontare il mondo, la vita, la politica, la guerra, in modo anche crudo e realistico.

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.

La rivista era fatta di fotografie a tutta pagina corredate da brevi didascalie: i fotografi erano i nuovi giornalisti.
Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale il successo di Life continuò a crescere perché era in grado di portare foto e notizie da tutti i teatri di guerra sparsi per il mondo, coinvolgendo alcuni tra i più grandi fotografi di sempre, come Robert Capa, W. Eugene Smith, Henri Cartier-Bresson, Dorothea Lange o Gordon Parks.

Robert Capa, “Beachheads of Normandy”. Tutti i diritti sono riservati.

ROSSO E NERO PER COPERTINE INDIMENTICABILI

L’editoria americana della prima metà del novecento amava la semplicità; si voleva emergere con quelli che erano probabilmente i mezzi più semplici e potenti a disposizione, ovvero immagini a tutta pagina, header ben disegnate e solide, bicromie ben contrastate, in cui il rosso la faceva da padrone (come abbiamo visto anche nella grafica del Time magazine).

Il celebre logo del magazine “Life”. Tutti i diritti sono riservati.

Il logo del magazine, progettato nel 1936, diviene uno dei marchi editoriali più conosciuti della storia per la sua estrema semplicità: 4 lettere bianche, in un font sans-serif lineare e molto compatto, probabilmente disegnato ad hoc, a comporre la parola LIFE su un fondo rosso acceso. Questo rettangolo viene posizionato nella copertina in alto a sinistra, proprio là dove inizia la lettura di qualsiasi testo.

Copertina Edizione speciale di Life del 1969. Tutti i diritti sono riservati.

L’estrema semplicità della composizione fa capire subito, senza sfogliare la rivista, che nelle pagine interne l’immagine la farà da padrona, ritraendo non solo ciò che accade nel mondo e diventerà storia, ma anche i suoi protagonisti.
Nelle immagini seguenti vediamo una piccola parte degli articoli e delle copertine dedicate negli anni alla diva delle dive, Marylin Monroe.

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.
Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.
Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.

VISUAL STORYTELLING

LIFE è il primo magazine al mondo ad usare in modo massiccio e innovativo la fotografia: non è più soltanto decorativa o descrittiva, ma racconta una storia. Ecco che l’impaginazione sembra a volte ripetere delle sequenze, come le vignettature dei comics, come si può vedere in una delle doppie pagine a tema Marylin.

Nell’esempio proposto, in cui l’articolo segue la giornata tipo di Audrey Hepburn, si vede come l’impaginazione sembri quasi disordinata e il racconto si crei anche grazie al movimento delle foto sulle pagine.

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.

È un modo per rendere il lettore davvero partecipe della realtà che sembra avvenire proprio davanti ai suoi occhi. L’immagine statica, rispetto a quella televisiva, permette allo spettatore di evocare pensieri e sensazioni che si legano alla lettura dell’articolo creando tensione e interesse. Da quel giorno, il racconto giornalistico della realtà non poté essere più lo stesso.

In questo esempio si può vedere parte di un numero speciale che dalla copertina verso l’interno vuole raccontare una giornata tipo di una famiglia afro-americana, facendoci entrare nella loro casa e, quindi, nella loro vita quotidiana.

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.
Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.
Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.
Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.

UNA GRAFICA AL SERVIZIO DEL RACCONTO

Ovviamente, in una rivista così sbilanciata sulla narrazione visiva, la grafica deve fare il suo lavoro in modo silenzioso e lineare. La rivista manterrà sempre un layout semplice ma flessibile, fatto per poter muovere le foto di vari formati all’interno di griglie modulari, come abbiamo visto negli esempi riportati.

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.

Dal punto di vista dei font utilizzati si nota una direzione un po’ confusa; in assenza di analisi grafiche approfondite e storicizzate, ci si deve fidare delle non molte immagini trovate sul web.

Viene quasi sempre utilizzato il classico font pairing che mette insieme serif per i testi e sans-serif per i titoli, ma i font variano, anche per risultato. Si passa senza soluzione di continuità dall’Helvetica all’Eurostile, in verità poco adatto allo stile del magazine, da un Goudy che rende i titoli molto evidenti a vari font Grotesk che riprendono il logo.

I cambiamenti, apparentemente arbitrari, si notano bene in queste pagine di colophon tra gli anni sessanta e gli anni settanta, periodo in cui si cercava una via moderna alla tipografia classica con risultati spesso incongruenti o di cattivo gusto.

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.
Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.
Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.

Negli anni ottanta addirittura si provò a normalizzare, con pessimi risultati, anche lo storico logo LIFE, utilizzando un font moderno come il Trade Gothic.

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.

IL MAGAZINE CHE INVENTÒ IL PHOTOJOURNALISM

In conclusione, LIFE lo ricordiamo soprattutto per l’innovazione che ha portato nel modo di progettare magazine, utilizzando le foto per raccontare e non per illustrare, ribaltando l’importanza tra testo scritto e immagine; in LIFE gli articoli erano a corredo delle foto e servivano ad entrare meglio nel racconto, dato che uno degli obiettivi era proprio quello di portare la realtà tra le mani dei lettori.

Immagini che ritraggono copertine e pagine di life. Tutti i diritti sono riservati.


In qualche modo lo possiamo considerare l’antesignano dei nuovi media digitali in cui l’immagine (fotografia o illustrazione che sia) deve raccontare in modo più rapido e potente ciò che le parole impiegano troppo a spiegare. Il Visual Storytelling che troviamo nelle versioni digitali dei grandi quotidiani di tutto il mondo è figlio di questa rivista nata più di un secolo fa che, con semplicità e coraggio, rivoluzionò il modo di raccontare i fatti.

FONTI delle immagini

www.life.com

www.ebay.com

https://humanities.princeton.edu/event/behind-the-iconic-images-in-life-magazine/

https://www.nydailynews.com/2022/11/22/life-magazine-through-the-years-see-the-most-iconic-covers/

https://www.vogue.fr/fashion-culture/article/life-magazine-photographs-for-auction

https://www.alisetifentale.net/article-archive/2018/1/15/underexposed-photographers-life-magazine-and-photojournalists-social-status-in-the-1950s

https://www.picturecorrect.com/the-story-of-life-magazine-built-on-powerful-photography/

https://www.originallifemagazines.com/

https://ddr.densho.org/ddr-densho-201-44/