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La strada, la letteratura, il jazz, il sesso, le droghe, la poesia. Sono questi alcuni degli ingredienti che hanno reso iconica un’intera generazione di scrittori e artisti – la cosiddetta beat generation – e con essi in particolare un romanzo: On the road di Jack Kerouac.
Di quell’epoca, che ormai ci sembra lontanissima, rimangono parecchie cose: la fascinazione per il viaggio “on the road” – come ci dice un’espressione ormai di uso comune – e alcune strade ormai cult come la route 66 attraverso gli Stati Uniti. Quanti di questi simboli della beat generation sono finiti… in copertina?
Oggi ripercorriamo l’avventura editoriale del romanzo simbolo della beat attraverso le sue copertine più belle e particolari. Dalla cover disegnata a mano da Jack Kerouac – e scartata dall’editore – alle copertine con foto d’epoca, da una bizzarra copertina cinese all’ammiccante immagine dell’edizione tedesca. Scopriamo così che a volte una cover può raccontare l’idea che un Paese ha di un romanzo, molto meglio di molte parole.
Pronti a solcare le strade del beat?
La cover minimalista della prima edizione
On the road, il romanzo simbolo della beat generation, fu pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti il 5 settembre 1957. Nonostante il libro raccontasse di un viaggio tutt’altro che convenzionale attraverso gli States, la casa editrice Viking optò per una copertina decisamente minimalista: un fondo monocolore nero, l’immagine di un quadro astratto e il titolo presentato con un lettering sconnesso. Niente di più.
In questa prima edizione, l’editore decise di usare degli pseudonimi invece dei veri nomi dei personaggi che Kerouac aveva inserito nel suo racconto autobiografico. E i passaggi più espliciti del testo furono cancellati.
La copertina disegnata a mano da Jack Kerouac, scartata
Jack Kerouac sarà stato contento della copertina scelta per la prima edizione del suo romanzo? Chissà! Quando nel 1952 propose per la prima volta il suo manoscritto a un editore, lo scrittore incluse anche una sua curiosa proposta per la copertina.
Il disegno è accompagnato da una lettera in cui Kerouac si lamenta molto della cover scelta per il suo primo libro “The Town and the city” che, secondo l’autore, era assai noiosa. Chi fa da sé, fa per tre: così Kerouac decide di disegnare da solo la cover del libro successivo. Secondo le parole di Kerouac, la sua cover sarebbe “più espressiva e accattivante per il pubblico”. Che ne pensate?
L’editore probabilmente non ne fu così convinto. A essere rifiutata non fu solo la cover, ma anche l’intero libro che vide la pubblicazione solo 5 anni più tardi.
Se notate bene, curiosamente in questo schizzo compare il nome John e non “Jack” come Kerouac è poi passato alla storia. Come mai? In realtà il vero nome dell’autore – figlio di un immigrato franco-canadese – è Jean-Louis Lebris de Kerouac: probabilmente al tempo ancora non era stato deciso il suo pseudonimo ufficiale.
Tutto viene però rimesso a posto nel 2011 quando un editore slovacco sceglie proprio la prima proposta di Kerouac per la cover di una nuova edizione del libro, questa volta utilizzando il nome più conosciuto dell’autore: Jack.
Le copertine fumettistiche di On the road
Presto la seriosità della prima cover fu abbandonata. Ad esempio, l’edizione americana pubblicata da Signet nel 1968 sfoggia una copertina gialla con un lettering quasi fumettistico: qui già in copertina vengono anticipati alcuni temi del libro, il sesso, l’alcol, il viaggio in macchina.
Alcuni di questi temi sono ripresi nelle copertine di molte altre edizioni, negli stili più diversi come vedremo. E anche lo stile da fumetto pop non viene abbandonato in molte successive incarnazioni editoriali di On the road. Uno degli esempi che ci è piaciuto di più è la copertina dell’edizione deluxe del 2019 pubblicata da Penguin.
Una macchina, una donna, il jazz, la strada: tutti i simboli della beat generation in copertina
On the road divenne così cult da incarnare in un solo libro molti dei simboli della beat generation: la strada, l’auto, il jazz, il sesso, l’alcol e le sostanze stupefacenti. Alcuni di questi simboli trovano spazio nelle copertine delle diverse edizioni di tutto il mondo.
Vediamone qualche esempio in una interessante carrellata di composizioni e stili diversi. Partiamo dall’auto – incarnazione per eccellenza del viaggio beat – che compare nella classica copertina dell’edizione argentina del 1969:
L’automobile svetta anche nella copertina olandese del 1974, corredata da altri oggetti-simbolo del libro: il sassofono jazz e la bandiera americana.
In una versione più moderna e surreale – un’auto trasformata in valigia d’epoca – nella copertina dell’edizione galiziana del 2020.
E in uno stile “à la Van Gogh”, l’auto nella copertina dell’edizione cinese del 2020.
Il jazz e la strada trovano la loro forma decisamente moderna nella copertina dell’edizione armena di On the road del 2020.
Mentre il sesso, incarnato in una disinibita e ammiccante ragazza anni Cinquanta, è il simbolo protagonista della copertina dell’edizione tedesca del 2004.
Le copertine con le foto autobiografiche di Jack Kerouac
Negli anni Sessanta, grazie anche al successo del suo romanzo, Jack Kerouac è diventato una vera e propria star. A trasformare lo scrittore in una icona vivente è anche il fatto che On the road è un libro essenzialmente autobiografico.
L’indice di successo di Kerouac nel corso dei decenni si può seguire anche attraverso le copertine di On the road: nelle copertine del romanzo iniziano infatti a comparire le foto autobiografiche dell’autore.
Una delle cover più belle a questo riguardo è quella con la foto d’epoca che ritrae Jack Kerouac insieme al suo compagno di viaggio Neal Cassady, quest’ultimo è stato l’ispirazione per Dean Moriarty – uno dei personaggi principali del libro. La copertina avvolge l’edizione Penguin del 1991, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Altri scatti d’epoca dei viaggi di Kerouac li ritroviamo nella copertina del 1994, pubblicata sempre dalla Penguin.
Ma la prima copertina ad ospitare un ritratto fotografico di Jack Kerouac è stata quella del 1968, pubblicata da Deutsch in Gran Bretagna. La foto originale ritrae Kerouac, in una stilosa camicia anni Sessanta, accanto al poeta beat Allen Ginsberg.
La copertina in stile… Beverly Hills
Chiudiamo infine con una piccola chicca. A volte le copertine internazionali rivelano molto di quello che un Paese, un popolo o una cultura pensa di un libro o di una corrente artistica. A volte invece le copertine raccontano alcuni stereotipi e confondono più o meno inavvertitamente diversi riferimenti culturali.
Ora non sappiamo con certezza come sia andata, ma ci ha fatto sorridere questa copertina decisamente particolare di On the road comparsa in Cina nel 1998.
A noi il riferimento culturale pare abbastanza chiaro: più che la beat generation degli anni Cinquanta, la composizione ci ricorda molto una serie televisiva anni Novanta: Beverly Hills 90210.
Qual è la vostra copertina beat di On the road preferita? E quella che meno vi sareste aspettati?
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