Marco Melgrati e la sua tagliente critica alla società

Marco Melgrati e la sua tagliente critica alla società

Anabel Herrera Pubblicato il 2/24/2025

I social network sono diventati una parte inseparabile della nostra vita quotidiana. Sono presenti dal momento in cui ci svegliamo la mattina fino a quando ci addormentiamo la sera con il cellulare in mano. In media, trascorriamo circa 143 minuti al giorno su queste piattaforme digitali, ovvero 2 ore e 23 minuti, secondo i dati della società di ricerca sull’audience GWI. Oltre che per pubblicare, li utilizziamo per informarci, comunicare, divertirci e anche fare acquisti.

Ma i social network sono un’arma a doppio taglio, secondo l’italiano Marco Melgrati, famoso per le sue illustrazioni con personaggi narcisistici che si mostrano in modo utopico per attirare l’attenzione di tutti in base ai like.

Nei suoi disegni sono presenti anche la dipendenza e l’isolamento sociale come conseguenze negative dell’abuso delle piattaforme. Possiamo anche diventare dei “Giuda”.

Per non parlare del rischio che si corre nel condividere “felicemente” tutti i nostri dati con le aziende che stanno dietro le reti.

Nomade digitale

Melgrati, nato nel 1984 a Milano, è appassionato di disegno fin dall’infanzia. Per l’artista, è uno dei migliori strumenti per conoscere ed esplorare il mondo. Successivamente, nel 2006, si diploma alla Scuola di Belle Arti di Santa Giulia e, cercando lavoro, opta per l’illustrazione. Gli inizi non sono stati facili, dato che il suo basso reddito non gli permetteva di coprire le spese in un paese come l’Italia, così ha deciso di diventare un nomade digitale. Ha vissuto in paesi come Messico, Colombia, Tailandia e Lituania.

Attualmente conta quasi mezzo milione di follower sul suo account Instagram e può vantare tra la sua lunga lista di clienti giornali e riviste come Washington Times, The Economist, Billboard, Nature Magazine, GQ Magazine, Volkskrant, Politico, Variety Magazine, Corriere della sera, Marie Claire, Palm Angels, Money Magazine, Entrepreneur Magazine, Boston Globe e The Guardian.

Critica con alte dosi di sarcasmo

La maggior parte delle opere dell’artista sono commissionate da questi media, riflettendo quindi su questioni culturali e sociali strettamente legate all’attualità. Mostrano il lato più deprimente e disumanizzato della vita moderna, ma sempre con un tocco di sarcasmo.

Oltre ai social network, tra i temi preferiti ci sono la politica, con la critica alle menzogne dei suoi rappresentanti o alle loro velleità imperialiste, il capitalismo, il sistema finanziario, il potere e la giustizia.

Il ruolo delle donne e l’uguaglianza di genere nella società odierna è un altro dei temi che Melgrati approfondisce attraverso le sue infografiche. Ad esempio, l’annientamento dei diritti delle donne in nome della religione, messo in scena con la barba di un uomo che modella un nikab, usurpandone il volto e la voce.

Oppure la denuncia del tragico caso di Mahsa Amini in Iran, la giovane donna curda arrestata dalla “polizia della moralità” per aver violato il codice di abbigliamento islamico e morta in ospedale ore dopo essere stata torturata.

Nel discorso dell’artista rientra anche la violenza come qualcosa di sempre presente nella storia dell’umanità, così come il dibattito sulle armi.

Tra le immagini di Melgrati c’è spazio anche per la riflessione sulle tecnologie attuali come l’Intelligenza Artificiale e la preoccupazione sulla possibilità che i robot finiranno per sostituire l’uomo.

In questo scambio di ruoli troviamo spesso anche la figura degli extraterrestri, che visitano ad esempio un gruppo di umani in uno zoo o sezionano il corpo di un uomo durante una lezione di anatomia. Così come gli alieni che interagiscono con gli astronauti e le persone che non si sono ancora evolute dalle scimmie.

Processo di lavoro

Quando Melgrati lavora su commissione, gli art director dei media con cui collabora gli fanno una sintesi con il concetto che vogliono spiegare, e da lì documenta e realizza i primi schizzi a mano su un taccuino di carta o direttamente sul tablet, soprattutto quando le scadenze sono brevi e deve lavorare il più velocemente possibile. Una volta che il cliente sceglie quello che preferisce, passa alla fase finale.

Per il processo digitale, utilizza programmi come Photoshop e Corel Painter su un tablet e una penna con schermo digitale. Ma gli piace anche utilizzare mezzi tradizionali, come olio e acrilici, soprattutto nei suoi progetti personali. In questo caso, disegna ciò che cattura il suo interesse in quel momento. In un modo o nell’altro, l’artista italiano riflette sui problemi moderni da una prospettiva piuttosto deprimente, ma sempre con l’umorismo come filo conduttore.