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La Rai è il primo polo televisivo in Italia ed è il quinto tra i più grandi gruppi televisivi del continente. Nasce nel 1924 con il nome di Unione radiofonica italiana e, nel 1954, diventa Rai − Radiotelevisione Italiana. Oggi, per la rubrica #BrandVolution, dedichiamo il nostro spazio alle evoluzioni del suo logo.
1954: il logo firmato Erberto Carboni
La mattina del 3 gennaio 1954, l’annunciatrice televisiva Fulvia Colombo apre le trasmissioni televisive del Programma Nazionale annunciando che “la Rai – Radiotelevisione italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”.
Sullo schermo dei (pochi) italiani che possono permettersi una televisione appare il primo logo dell’azienda, disegnato dall’architetto e pittore Erberto Carboni, uno dei più grandi esponenti della grafica pubblicitaria. A lui si devono anche le grafiche del Monoscopio Rai, la sigla di apertura delle trasmissioni.
Il logo è imponente, composto da spesse lettere squadrate che formano un blocco unico. Il carattere scelto è un egiziano – un carattere riconoscibile per le marcate chiusure che lo rendono perfetto per essere impiegato nei titoli di grandi dimensioni o, appunto, nei loghi.
Gli anni Settanta e il logo di Alberto Ribera
Agli inizi degli anni Settanta la Rai crea vari collegamenti satellitari con diversi Paesi nel mondo e si impegna (insieme alla SIP) a diffondere la filodiffusione in tutti i capoluoghi di provincia. In questo periodo vengono anche lanciate le prime trasmissioni televisive a colori. In un decennio di profondi cambiamenti, il grafico interno alla Rai Alberto Ribera progetta un nuovo logo per la società.
Il carattere è spesso, morbido e arrotondato. La lettera “r” sembra fondersi con la “a”, come a formare un unico blocco. Del marchio compare una versione con il tricolore italiano, che celebra l’avvento della televisione a colori.
Alla fine degli anni Settanta compare anche una variante del logo di Erberto Carboni con lettere minuscole. Entrambi, però, non verranno mai adottati come marchi ufficiali.
Gli anni Ottanta: il logo dello studio Ara
All’inizio degli anni Ottanta i 3 canali televisivi della Rai (Rete 1, Rete 2 e Rete 3) diventano RaiUno, RaiDue e RaiTre. Il logo viene ridisegnato e, questa volta, viene interpellata un’azienda esterna: lo studio Ara.
Le lettere sono maiuscole, dalle linee arrotondate, unite alla base per formare un corpo unico. Il font scelto, l’Handel Gothic, è un carattere molto utilizzato negli anni Ottanta (si ritrova anche nel vecchio logo di American Airlines). I loghi delle diverse emittenti vengono distinti attraverso colori ed elementi geometrici: la sfera blu di Raiuno, il cubo rosso di Raidue e il tetraedro verde di Raitre.
1988: il ritocco di Giorgio Macchi
Nel 1988 il designer Giorgio Macchi ritocca nuovamente il logo: le lettere vengono staccate e presentano angoli vivi. In alcune versioni viene inserito anche un piccolo tricolore all’interno della lettera “A”.
Compare la farfalla Rai
Nel 2000 il logo Rai subisce una vera e propria rivoluzione. Progettato dal noto brand designer Antonio Romano, il nuovo logo rappresenta una “farfalla tecnologica” le cui ali disegnano due profili che si guardano. I colori e i riferimenti sono ben studiati: il blu rimanda al mondo della tecnologia, la farfalla alla fantasia, i due volti all’interattività. Il font scelto è il Futura di Paul Renner.
L’ultimo redesign
A partire dal 2009 la Rai approda sul digitale terrestre, inizialmente con il canale gratuito Rai Storia e, l’anno dopo, l’azienda conosce un profondo rebranding: si presenta con nuovi loghi, realizzati dalla società Frame by Frame, per i canali generalisti e tematici. La farfalla scompare per lasciare il posto a un logo dalla forma quadrata essenziale, minimale, moderno. L’unico elemento di continuità è il colore blu.
Siamo giunti al logo della Rai che conosciamo oggi. In questo video potete ripercorrere in soli 34 secondi le evoluzioni della sua identità visiva raccontate fin qui. Se invece volete farvi ispirare da storie e curiosità dal mondo del design, continuate a esplorare il nostro blog.