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Il popolarissimo “baffo” di Nike si potrebbe disegnare anche a occhi chiusi: lo swoosh è infatti uno dei loghi più riconoscibili al mondo – nel 2015, il valore stimato del marchio era pari a 19 miliardi di dollari. La sua efficacia nasce dalla semplicità e da un sapiente lavoro di branding.
Qui ripercorriamo la storia dell’azienda Nike e le evoluzioni di un logo nato per vincere.
Com’è nata l’azienda Nike: l’origine di una leggenda
William Jay Bowerman, detto Bill, allenatore di atletica leggera, e Phil Knight, matricola e corridore di mezzofondo, si conoscono nel 1957 all’Università dell’Oregon. Ancora non sanno che questo incontro cambierà per sempre la loro vita e darà inizio a un’impresa dalla fortuna stellare.
Nel 1962, Phil Knight fonda la “Blue Ribbon Sports”, un’azienda che vende negli Stati Uniti le scarpe da ginnastica giapponesi Onitsuka Tiger. L’anno successivo, mette in vendita le sue prime 300 paia di scarpe, che vengono spedite dal magazzino della Blue Ribbon Sports (la lavanderia della casa dei genitori).
Nel 1964, Bill Bowerman inizia a collaborare con Knight e un anno dopo Jeff Johnson, il rivale di Knight nelle gare universitarie, viene assunto come primo dipendente. La storia del marchio inizia a tingersi di epicità: nel 1965 a Jeff Johnson compare in sogno Nike, la dea alata della vittoria. Epifania? Sogno premonitore? I due soci decidono di scommettere su quel nome (Just do it!, avranno forse pensato) e di farsi guidare dalla buona stella della vittoria: dal 1971 l’azienda cambierà il suo nome in Nike. Scelta vincente.
Di lì a poco, le scarpe Nike compaiono ai piedi dei grandi atleti delle Olimpiadi e, anche grazie alle loro altissime prestazioni, vengono stabiliti nuovi record mondiali e conquistate medaglie d’oro. Nel 1980 sono le sneakers più vendute negli Stati Uniti e il brand inizia il suo percorso per diventare la marca “top of mind” per l’abbigliamento sportivo.
Da dove nasce il logo Nike e cosa significa?
Il primissimo logo dell’azienda è del 1964: una sigla in cui le lettere BRS si intrecciano. Partiamo da qui non solo perché la storia dell’azienda inizia dal capitolo “Blue Ribbon Sports”, ma anche perché in questo primo logo si ritrovano alcuni tratti distintivi che, non sappiamo se consapevolmente o no, rimarranno anche nella futura identità visiva di Nike: l’inclinazione delle lettere che genera dinamismo e la ricerca di una monumentalità.
Nel 1971 l’azienda cambia nome: serve un nuovo logo. Phil Knight sta lavorando come professore di contabilità alla Portland State University, e lì conosce Carolyn Davidson, una studentessa di grafica. A lei affida la progettazione del logo Nike. La studentessa disegna circa una dozzina di immagini (in 18 ore di lavoro), ma nessun logo riesce a entusiasmare davvero Phil Knight, che si trova costretto a scegliere “il meno peggio” con la speranza di riuscire ad apprezzarlo nel tempo. Il baffo nasce dalla stilizzazione dell’ala della dea Nike. Forma e inclinazione imprimono un senso di dinamismo e di velocità.
Fun fact: per i suoi disegni, Carolyn Davidson viene pagata solo 35 dollari. Nel 1983, però, Nike la assume e la studentessa si accaparra 500 azioni dell’azienda per un valore di 150 dollari (oggi ne guadagna circa 1.286 per azione).
Nel 1978 il logo conosce un profondo restyling: l’elegante font Futura Bold sostituisce il carattere serif corsivo. Il logo è più geometrico, solido e monumentale, le lettere sono leggermente inclinate e la “E” si fonde con la coda del baffo. La crenatura è curiosa: a un occhio attento non sfuggirà che le spaziature tra le lettere sono leggermente diverse.
Negli anni Ottanta inizia un periodo di gloria. Sono gli anni delle collaborazioni con i grandi atleti, come Michael Jordan, e dell’introduzione della tagline “Just Do It”, che accompagnerà tutti i più grandi successi dell’azienda. Lo slogan sembra essere stato ispirato dalle parole pronunciate dal condannato a morte Gary Gilmore prima della sua esecuzione: “Let’s do it”.
Nel 1985, il logo viene inserito all’interno di un quadrato.
Nel 1995 il baffo di Nike è già talmente celebre da poter essere riconosciuto anche senza il nome del brand. Da questo momento in poi rimane quindi il principale elemento identificativo della marca.
Semplice, essenziale, riconoscibile. Un simbolo unico che riesce a veicolare tutta l’identità e l’essenza della marca. Il logo Nike è un logo vincente, l’esempio che ogni designer dovrebbe seguire nel momento in cui progetta un logo aziendale.