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Julia Sysmäläinen, designer e filologa, ha origini finlandesi e russe, ma vive e lavora a Berlino da molti anni. Parla fluentemente quattro lingue, ha esperienza nel design aziendale e tipografico e ha lavorato come design director nelle agenzie di Erik Spiekermann per oltre 12 anni. Nel 2008 ha fondato a Berlino il suo Juliasys Studio, dove lei e il suo team si occupano di branding, progettazione di font personalizzati e architettura dell’informazione.
Il lavoro di Julia e il suo affascinante background mi hanno sempre interessato, pertanto mi ha fatto piacere poter parlare con lei della sua storia personale e approfondire il suo lavoro con la Beiersdorf AG nonché la creazione del NIVEA Care Type.
JuliaSys: dalle origini ai giorni nostri
Julia, la tua esperienza pregressa è molto interessante. Puoi raccontarci un po’ delle tue origini?
Le mie origini sono queste: mio padre è finlandese, mia madre è russa e io sono entrambe le cose, o meglio, sono a metà tra le due. Quando parlo mi sento parimenti a mio agio in entrambe le lingue, ma anche quando leggo o scrivo, a prescindere dal fatto che i testi siano in caratteri latini o cirillici. Per altri aspetti, anche le caratteristiche della mia personalità russo-finlandese sono in sostanza equilibrate: non mi piace perdermi in chiacchiere, il che è tipico dei finlandesi, e allo stesso tempo amo il calore e la convivialità propri dei russi. Inoltre condivido lo stile lavorativo russo fatto di sperimentazione e improvvisazione.
Provengo da una regione chiamata Karelia, che appartiene in parte alla Finlandia, in parte alla Russia. I miei genitori hanno divorziato quando ero giovane e da allora ho viaggiato avanti e indietro per molti anni. Lo faccio ancora, ma adesso i miei itinerari di viaggio sono in genere triangolari: Germania – Finlandia – Russia. Ho imparato il tedesco e l’inglese molto dopo e mi sento meno vicina a loro, ma mi piace leggere la letteratura in tutte e quattro le lingue indipendentemente da quanto bene le conosca, anche se in realtà di rado mi sento disorientata. Dopo aver lavorato nelle varie agenzie di Erik Spiekermann per oltre 12 anni e attualmente nel mio studio, mi viene ormai naturale discutere di design in tedesco e inglese.
Sei una designer e filologa qualificata, ma qual è stata la tua prima passione e come sei riuscita a combinare queste due professioni?
Le lingue e la letteratura sono il mio hobby principale. Tutto è iniziato con la mia passione per la lettura, soprattutto quella finlandese e russa. In seguito, quando già studiavo letteratura, ho scoperto che oltre al contenuto letterario e alla forma letteraria esisteva anche l’aspetto visivo del testo.
Quello che mi affascina di più sono i manoscritti, le lettere, tutto ciò che viene messo per iscritto dagli autori. Quando studiavo design, la tipografia e il design tipografico erano uno degli argomenti chiave. Poi, una volta trasferitami a Berlino per lavorare alla United Designers Network, ho scoperto il meraviglioso reparto dei manoscritti della National Library. È stato amore a prima vista e ho avuto l’ispirazione per progettare caratteri tipografici basati sui manoscritti originali di scrittori e altri personaggi storici.
Hai un modo molto speciale e unico di creare i tuoi caratteri tipografici. Puoi dirci qualcosa in più al riguardo?
Spesso i miei font si basano esclusivamente su questo tipo di materiale, ovvero manoscritti di scrittori e altri personaggi storici. FF Mister K è quello più noto: una serie completa di caratteri tipografici basata sui manoscritti di Franz Kafka, a volte più fedele all’originale, a volte più distante. In modo analogo ho sviluppato Emily In White e un font che ho realizzato per l’Art Lebedev Studio di Mosca, ALS FinlandiaScript. Per il primo, sono partita da una serie di poesie di Emily Dickinson, scritte su fogli di carta cuciti insieme (lei li chiamava “fascicoli”); per il secondo, mi sono ispirata a delle lettere scritte dal compositore Jean Sibelius. Inoltre, anche il mio ALS SyysScript (“calligrafia autunnale” in finlandese) si basa su un modello, sebbene non storico: una cartolina sovietica che mia zia Katri mi aveva spedito anni fa per invitarmi ad andare a raccogliere funghi.
I font che ho creato in seguito non sono direttamente collegati a persone, eppure trasmettono un che di personale e, in effetti, li considero non solo come strumenti finalizzati a rendere una lingua visibile, ma anche come espressione di personalità. Negli ultimi anni, mi sono ampiamente occupata delle ricerche di psicologi della grafia come quelle dello psicologo svedese Teut Wallner. Molti di noi hanno familiarità con il termine “grafologia”, che divenne popolare nel tardo XIX secolo. La psicologia della grafia si è evoluta da quest’ultima come disciplina scientifica che studia la relazione tra i tratti della personalità e le caratteristiche della calligrafia. Essendo scientifica, i suoi risultati devono essere ripetibili e indipendenti dall’esaminatore.
Parlami di come ti approcci alla creazione di un nuovo design o di un font, ad esempio. Come cambia la tua modalità di lavoro per i progetti personali rispetto ai progetti dei clienti?
Quando svolgo un lavoro basato su materiali storici, essendo una filologa, il contenuto dei testi di uno scrittore è per me importante quanto il loro aspetto visivo. Se il loro contenuto e la loro qualità letteraria non mi convincessero, non li considererei come fonte per creare un carattere tipografico. Di conseguenza c’è sempre qualche ricerca da fare, sia prima di iniziare il lavoro di progettazione sia durante. Il fattore tempo in questo caso è irrilevante: potrebbero volerci anni prima che io sviluppi un carattere tipografico.
Con gli ordini dei clienti è diverso: c’è un obiettivo chiaro e una quantità limitata di tempo. Inizio da una serie di prove e design iniziali che presento al cliente abbastanza presto. È meglio discutere con lui in una fase iniziale e sapere cosa ne pensa, altrimenti potrei finire col fare un sacco di lavoro per niente. Una volta concordato lo stile, creo simultaneamente dei profili e dei codici OpenType, controllando di continuo l’aspetto visivo delle parole di prova. Se si tratta di un progetto multilingue, di solito inizio con l’inglese per poi passare ad altri set di caratteri.
Progetto selezionato: NIVEA Care Type
Come è nata la tua collaborazione con Nivea, ti hanno contattato direttamente?
La Beiersdorf era interessata ai miei precedenti caratteri tipografici dalla forte personalità, pertanto ho presentato il mio lavoro ad Amburgo. Collaboriamo ancora oggi e ci sono nuovi progetti in corso, ma per motivi di riservatezza non posso essere più specifica di così.
Puoi darmi qualche dettaglio approssimativo sulla famiglia di font?
Ormai lavoriamo con il marchio NIVEA da diverso tempo. Il gruppo di font OpenType che abbiamo sviluppato si chiama NIVEA Care Type ed è concepito come la calligrafia immaginaria propria della personificazione del marchio NIVEA, la “NIVEA Donna” precedentemente sviluppata per il brand. I caratteri sono utilizzati sulla confezione dei prodotti e sui materiali di marketing e hanno la funzione di mostrare esattamente la personalità incarnata dal marchio.
A oggi, sia il Latin sia il Cyrillic Care Type contengono oltre 2000 glifi (di cui circa 1.500 legature) codificati per la sostituzione contestuale automatica.
Dunque come sei arrivata a creare questa calligrafia immaginaria portatrice dell’identità del marchio?
Prima di iniziare a sviluppare il design effettivo, abbiamo tenuto diversi workshop in cui abbiamo utilizzato metodi e analisi tratti dalla grafologia per stabilire lo stile del carattere tipografico.
Nel corso del workshop iniziale che ha dato il via a questo progetto, le nostre due domande principali erano: quali sono i tratti della personalità di NIVEA e in che modo queste caratteristiche possono essere percepite nel “suo” stile di scrittura?
L’immagine voluta da NIVEA era di una figura dalla personalità autentica, vivace e dinamica, non esitante e nemmeno fragile. L’atteggiamento di base era positivo, aperto alle persone e alle nuove esperienze. Non era un’attrice in quanto l’apparenza non le interessava. Il nostro compito consisteva nel tradurre questa descrizione della personalità negli elementi di uno stile calligrafico. In uno dei workshop, abbiamo usato un metodo chiamato “impression-characteristic” (Eindruckscharakter).
In questo metodo si descrivono alcuni esempi di calligrafia utilizzando 150 espressioni pre-testate e raggruppate in 24 sottoinsiemi semanticamente distinti. Il gruppo del workshop seleziona le caratteristiche più adatte e in seguito i risultati vengono aggregati in un unico protocollo.
Le caratteristiche selezionate che dovevamo incorporare erano:
- Espressioni di movimento: energia, dinamicità, fluidità, vivacità
- Espressioni relative alla chiarezza: precisione, bilanciamento, ordine, purezza
- Espressioni relative all’individualità: raffinatezza, individualismo (non sono state scelte espressioni esagerate come distinzione o anticonformismo)
- Espressioni relative alla forza di volontà: costanza, determinazione, sicurezza di sé
- Le espressioni “calore” e “leggerezza”, a indicare cordialità e semplicità
Naturalmente queste caratteristiche selezionate lasciavano molto spazio all’interpretazione, ma hanno fornito una base necessaria per poter sviluppare lo stile di scrittura di NIVEA Donna.
Ora il NIVEA Care Type supporta oltre 100 lingue con alfabeti latini e cirillici. Di seguito sono riportate alcune lingue in cui il Care Type è attualmente in uso. Finora il peso Regular è predominante, ma a seconda del tipo di prodotto e degli effetti di sfondo sulle etichette, viene utilizzato anche il grassetto.
Come riassumeresti il design finale?
Sebbene esistano migliaia di caratteri tipografici sul mercato, per me era ovvio fin dall’inizio che la personalità di NIVEA Donna potesse essere convincente solo con un font personalizzato. Oltre ai motivi stilistici, ve ne sono anche di tecnici. I font calligrafici disponibili di rado contengono i set di caratteri completi necessari per un marchio internazionale. Il cirillico e il greco non sono quasi mai disponibili nella loro interezza. Sviluppare ulteriormente caratteri così limitati richiede tempo e in genere porta a compromessi mediocri. Al contrario, collaborare costantemente con il cliente e le agenzie di design partner mi ha dato la possibilità di testare e migliorare i nostri risultati in una fase iniziale. Di molto positivo vi è il fatto di aver provato a creare delle bozze di caratteri che potrebbero essere utilizzate nella pratica ben prima del completamento dei font stessi.
Quali tipologie di progetti ti piacciono di più: quelli personali come “FF Mister K” o quelli per i clienti come Nivea?
Mi piacciono entrambe le tipologie e spesso ci lavoro in parallelo. Trovo molto appagante progettare su misura un carattere tipografico, in modo che soddisfi esattamente le esigenze del cliente, ed è bello vederlo utilizzato in seguito.
Ed è ancor più piacevole e sempre un po’ una sorpresa vedere uno dei tuoi font – a cui hai lavorato tanto, non sapendo se sarebbe stato un successo o meno – spuntare in posti che non ti aspetteresti mai: una serie di manifesti di un museo di Mosca, confezioni per alimenti in Finlandia o utilizzati per l’insegna e l’identità di un negozio di artigianato a Praga.
Per maggiori informazioni sul design tipografico, visita juliasys.com