GLOSSARIO: IL LESSICO DA CONOSCERE SUL MONDO DELLA STAMPA

GLOSSARIO: IL LESSICO DA CONOSCERE SUL MONDO DELLA STAMPA

Redazione Pubblicato il 1/21/2020

Stampa Offset

La stampa offset è un procedimento di stampa indiretto che deriva dalla litografia ed è oggi uno tra i sistemi più diffusi per riprodurre testi e immagini in bianco e nero o a colori (libri, giornali, riviste, ecc.). Il procedimento di stampa “offset” è caratterizzato dall’impiego di una matrice piana (cioè con zone stampanti, dove aderisce l’inchiostro, disposte sullo stesso piano di quelle non stampanti, umidificate in modo che respingano l’inchiostro), solitamente di zinco, ottenuta con procedimenti di tipo fotolitografico. Durante la stampa, questa matrice non viene a trovarsi a contatto diretto con il foglio di carta, ma trasmette la propria immagine, rovesciata, su un cilindro intermedio ricoperto di un telo gommato il quale la riporta diritta sulla carta. Grazie a questo procedimento è possibile stampare ad alta definizione, oltre che su carta, anche su materiali ruvidi o duri, come cartone, legno, metallo, ecc.).

Stampa Digitale

Per “stampa digitale” s’intende genericamente un sistema di stampa che permette di riprodurre la forma attraverso processi elettronici e di imprimerla direttamente sul supporto da stampare. Mancando una definizione precisa di stampa digitale si considerano rientranti nella definizione macchine che hanno caratteristiche molto differenti tra loro, sia per la parte costruttiva che per il loro stesso utilizzo.

Grafica

Grafica è il termine utilizzato per definire l’insieme delle caratteristiche formali (colori, caratteri, linee, etc.) che definiscono l’aspetto di uno stampato, di un disegno, di un libro etc. Per grafica s’intende, inoltre, l’insieme di attività destinate alla produzione di questa tipologia di opere.

HP Indigo

HP Indigo è una divisione dell’azienda HP graphic Solution Business. Indigo è conosciuta come pioniere delle tecnologie legate alla stampa digitale. La tecnologia di stampa HP Indigo si caratterizza per combinare con successo la qualità della stampa litografica con la possibilità di stampare su un ampia varietà di materiali. Sfrutta una tecnologia proprietaria chiamata Liquid Electrophotography (o LEP), che consente una gestione del colore accurata e personalizzata.

Stampa diretta

La stampa diretta su tessuto è una tecnica destinata alla stampa di abbigliamento personalizzato. Grazie alla stampa diretta si ottengono risultati di qualità elevata, molto simili a quelli ottenuti con la serigrafia tradizionale. La grande differenza è che l’immagine viene stampata direttamente sul tessuto usando una stampante ad alta risoluzione che utilizza inchiostri particolari.  Grazie alla stampa diretta su tessuto si ottengono stampe con resa fotografica ad alta definizione, mantenendo costi contenuti anche per piccoli quantitativi. La tecnica di stampa diretta permette di personalizzare diversi capi di abbigliamento come ad esempio: t-shirtfelpecappelliniborsescarpe e molto altro.

Fustella

La fustella è un attrezzo che consente di effettuare un taglio preciso di un prodotto in foglio “tenero” (carta, cartone, cuoio, tessuti, gomme, plastiche, ecc).

Plotter

Il plotter è un dispositivo specializzato nella stampa di supporti di grande formato. È il dispositivo di output ideale per i sistemi CAD, nei quali è impiegato per la stampa di prospetti e progetti architettonici, fisici, chimici, elettrotecnici, elettraulici, meccanici, elettrici, mappe topografiche, curve geometriche ecc. Il plotter viene impiegato frequentemente anche nell’ambito della grafica e della pubblicità grazie alle moderne tecnologie che consentono al plotter di stampare a colori e addirittura di ritagliare (plotter da taglio).

Il nome “plotter” deriva dal verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma oppure una lunga linea fina, o ancora un punto, come quello alla fine di questa frase dopo la parentesi tonda).

Taglierina

Col termine taglierina s’intende genericamente una macchina destinata a tagliare a misura determinati prodotti di lavorazioni, tramite lame azionate da movimento rotatorio o alternativo, che possono essere manovrate anche a mano.

Esistono diversi tipi di taglierine, a seconda del materiale da tagliare, per esempio: t. per tessuti, per laminati metallici o plastici, per laterizî; t. per rifilare libri e stampati varî, o fotografie, fotocopie. Ci sono anche piccolissime taglierine che sono impiegate nel processo di moontaggio dilettantistico di pellicole da cinepresa. 

 Le taglierine si differenziano anche in base al preciso scopo per cui sono progettate. Ecco alcuni tipi di taglierina che si possono trovare sul mercato: 

  • taglierina a vibrazione
  • taglierina cordonatrice
  • taglierina ribobinatrice
  • taglierina a lama scorrevole
  • taglierina e piegatrice

Lastra stampa

La lastra litografica, o lastra offset , è il supporto materiale (forma) utilizzato nel processo di stampa offset che fisicamente trasferisce l’inchiostro su un supporto gommato (caucciù) che a sua volta lo trasferisce, per contatto, sulla carta. Le lastre litografiche sono tradizionalmente realizzate in alluminio con un lato ricoperto da un materiale fotosensibile o a base polimerica. Nei sistemi di stampa offset più all’avanguardia, le lastre possono essere realizzate in materiale plastico sempre ricoperto sul lato dei grafismi da composti fotosensibili che genereranno i grafismi. Una macchina da stampa offset impiega tante lastre quanti sono i colori che andrà a stampare: quindi una sola lastra in monocromia, 4 in quadricomia e addirittura 8 in quadricomia bianca e volta

CMYK

CMYK è l’acronimo che sta per Cyan, Magenta, Yellow, black (ciano, magenta, giallo e nero). È un modello di colore a 4 canali, per questo motivo definito quadricromia, che funziona per sintesi sottrattiva ed è impiegato dai dispositivi di stampa a colori sia digitali (stampanti, plotter, ecc.) che nelle grandi macchine (stampa offset, rotocalco, ecc.). La quadricromia funziona grazie alla miscelazione di sostanze che, riflettendo solo una parte dello spettro luminoso, appaiono di uno specifico colore, quali inchiostri, pigmenti, vernici. Il colore ottenuto è il risultato della sottrazione dallo spettro luminoso delle frequenze assorbite dallo strato di sostanze opache. La riproduzione del colore in stampa tramite l’uso di questi quattro inchiostri (ciano, magenta, giallo, nero) è detta stampa in quadricromia.

RGB

Il modello RGB è un modello di colori di tipo additivo: i colori sono definiti dalla somma dei tre colori Rosso (Red), Verde (Green) e Blu (Blue), da cui appunto l’acronimo RGB. Il modello RGB non va confuso con l’altro sistema, di tipo sottrattivo, basato sui colori primari Giallo, Ciano e Magenta.

Il modello di colori RGB è adattissimo ad essere impiegato per la rappresentazione e visualizzazione di immagini sullo schermo di dispositivi elettronici. La maggior parte dei dispositivi elettronici, infatti, normalmente usa combinazioni di Rosso, Verde e Blu per visualizzare i pixel di un’immagine. Tuttavia, bisogna dire che la resa effettiva dei colori dipende in larga parte dal dispositivo in sé e dalla qualità costruttiva dello stesso: la medesima immagine potrebbe essere visualizzata in maniera diversa, se visualizzata su due dispositivi differenti, in quanto i materiali usati per realizzare gli schermi variano in base al produttore. Alcune differenze nella resa dei colori, inoltre, possono avvenire anche nello stesso dispositivo, per via del naturale deterioramento dello stesso nel corso del tempo.

I tre colori usati nel modello RGB, cioè Rosso (Red), Verde (Green) e Blu (Blue), negli schermi corrispondono a forme d’onda (radiazioni luminose) di periodo fissato, quali:

  • Rosso, con una lunghezza d’onda di 700,47 nm
  • Verde, con una lunghezza d’onda di 546,09 nm
  • Blu, con una lunghezza d’onda di 435,79 nm

Il modello RGB è inadatto all’utilizzo nelle stampanti. Questo perché la stampa di immagini è effettuata impiegando dei pigmenti che assorbono i colori, quindi le stampanti usano un modello di colori sottrattivo come il CMYK e non additivo come l’RGB.

Risoluzione

La risoluzione, in informatica e nell’elaborazione elettronica delle immagini, è la grandezza che indica il grado di nitidezza e precisione del dettaglio di un’immagine. Il termine “risoluzione” è anche comunemente usato per indicare le dimensioni dell’area di un’immagine digitale, in quanto costituita da un array di dots (punti) o picture elements (pixel), disposti in righe e colonne.

Un criterio largamente adottato è di esprimere la risoluzione mediante il numero di punti che il dispositivo è in grado di rendere a unità di lunghezza, che di norma è un pollice (2,54 cm), donde l’unità punti a pollice, sia in senso orizzontale sia in senso verticale; per tale unità si usa normalmente la sigla DPI (o dpi, dall’ingl. dots per inch) e si parla di alta r. per valori dell’ordine di 1200 o più DPI; per monitor di computer si usa riferirsi alla dimensione minima, in millimetri, che lo schermo è in grado di visualizzare (i valori normali sono dell’ordine di 0,3 mm).

Crocini di taglio

Nella stampa tipografica, il crocino è un segno convenzionale inserito nei progetti editoriali  (manualmente secondo degli standard tipografici o in automatico dai software specifici per l’impaginazione) e, quindi, riportato sulle pellicole di stampa col fine di indicare il corretto allineamento dei contenuti e di guidare il taglio della carta. Nel dettaglio, nel primo caso è definito crocino di registro, mentre nel secondo caso crocino di taglio.

Abbondanza

L’abbondanza è un margine di qualche millimetro che va aggiunto a ogni lato del file da stampare. Il processo di taglio del materiale stampato, infatti, non è preciso al 100%: è sempre prevista una tolleranza di errore che rientra in un intervallo di un paio di millimetri per lato, se si parla di stampa su carta.  La presenza obbligatoria di questi “margini” aggiuntivi, garantisce che il prodotto stampato e tagliato rispecchi le dimensioni inizialmente previste.

Per esempio, se dobbiamo stampare un volantino di dimensioni 210×148,5  millimetri, dovremo inviare un file con una dimensione di 214×152,5 millimetri. I 4 millimetri aggiuntivi sono necessari per garantire che il file stampato possa essere tagliato rispettando le dimensioni reali che dovrà avere l’oggetto una volta stampato.

Vettoriale

La grafica vettoriale è una tecnica di rappresentazione dell’immagine creata al computer. Nella grafica vettoriale, l’immagine è costituita da elementi grafici che sono un insieme di forme primitive geometriche, come punti, segmenti di retta, curve di Bézier, ecc., che possono essere caratterizzati da colori e sfumature. Questi elementi sono posizionati geometricamente nel disegno con l’indicazione delle coordinate dei punti di applicazione. L’immagine generata con questa tecnica è detta immagine vettoriale. Radicalmente diversa è la grafica raster, nella quale le immagini sono descritte come una griglia di pixel opportunamente colorati.

Tinta piatta

Le tinte piatte sono inchiostri speciali premiscelati e usati in sostituzione o in aggiunta agli inchiostri di quadricromia (CMYK). Ciascuna tinta piatta richiede una lastra di stampa propria. Anche la vernice viene considerata una tinta piatta in quanto richiede una lastra a parte per la stampa.

Pantone

Pantone Inc. è un’azienda americana che sviluppa tecnologie per la grafica, cataloga i colori e produce il sistema d’identificazione di questi ultimi. Il “Pantone Matching System”, infatti, è divenuto lo standard a livello internazionale per la classificazione dei colori nella grafica, ed è adottato anche per la gestione dei colori nell’industria e nella chimica.

Profilo colore

Il profilo colore serve a precisare come i colori di un’immagine debbano essere stampati per ottenere l’effetto cromatico desiderato.

Il profilo colore è definito anche come ICC (International Color Consortium) e ha il compito di dare le giuste coordinate alla macchina da stampa perché dosi correttamente il colore e ottenga una stampa dai colori il più possibile aderente all’immagine. Senza l’utilizzo di un profilo colore, l’immagine verrà stampata “al buio”: le indicazioni di colore (assegnate in CMYK) saranno imprecise e quindi il risultato potrebbe essere molto diverso dal previsto.

Il profilo colore raccoglie l’insieme di dati che, secondo quanto stabilito dall’ International Color Consortium, descrivono a un dispositivo di stampa come interpretare uno spazio di lavoro all’interno di un modello di colore.

Layout

Layout è il termine inglese che deriva dalla sostantivazione del verbo lay out, letteralmente significa: “stendere”, “spiegare”, “disporre”. Il termine layout in italiano è generalmente connesso all’editoria  e indica la disposizione grafica generale di un blocco di composizione sulla pagina.

Quando si parla di layout,  quindi, ci si riferisce generalmente all’impaginazione di un documento.

In ambito tipografico, il termine layout indica l’atto di disporre testi e immagini e ogni altro elemento grafico nella sua giusta posizione sulla pagina.

Nell’editoria, l’impaginazione è il modo armonico con cui uno stampato è organizzato. Attraverso la corretta impaginazione, si punta a ottenere un documento che, al termine del processo, assembli immagini e testo e realizzi un prodotto finito (rivista, giornale, pagina web, un depliant, etc.)

Quando l’impaginazione è particolarmente ricca di fotografie e di movimento viene definita macchiata.

Sovrastampa

La sovrastampa è una tecnica adottata nella litografia per evitare che si crei un sottile segno bianco attorno agli elementi dell’impaginato.

La sovrastampa è spesso adottata nel testo nero stampato sopra un fondo colorato: grazie alla sovrastampa, si elimina il bianco che si andrebbe a creare dietro il testo nero, ovvero la “foratura”, lasciando dietro il testo nero il colore del fondino, senza alterarlo. La sovrastampa è molto utile perché, se in fase di stampa non si è stati precisi al decimo di millimetro, si eviterà il problema del cosiddetto “fuori registro”, cioè quel bordino sottilissimo bianco che contorna alcuni elementi, in questo caso il testo.

Tracciato di taglio

Alcuni file di Photoshop sono dotati di tracciati di ritaglio costruito nel, e altri no. Un tracciato di ritaglio in un file di immagine consente di definire rapidamente le aree di stampa. I tracciati di ritaglio consentono anche di esportare parti di un’immagine ad altri programmi di grafica. Clipping creazione percorso può essere considerata avanzata conoscenza di Photoshop, ma non lasciare che l’idea di fare un intimidirlo. tracciati di ritaglio spesso sfociano nel colpire combinazioni di immagini, quindi è una buona idea per capire cosa sono.

Definizione

Un “percorso di clipping” è un termine computer grafica che si applica alla creazione di un composito di immagine, che è un’immagine finale fatta da più immagini. Si tratta di una maschera a 1 bit che fa riferimento a un oggetto all’interno di un file che in realtà non esiste. tracciati di ritaglio sono forme formato vettoriale che isolano una parte di un’immagine basata sui pixel da un altro.

Nobilitazione

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Per nobilitazione dello stampato, s’intende qualsiasi procedura atta alla sua trasformazione qualitativa.

Esistono diverse procedure di nobilitazione in commercio. Alcune sono usate ormai da decenni (come la plastificazione lucida e opaca e la verniciatura), altre sono più innovative e recenti (la stampa a caldo, la goffratura, la termografia).

La nobilitazione, come s’intuisce dal termine stesso, ha quindi la funzione di aumentare il valore estetico e il pregio del materiale stampato.

Alcuni esempi di tecniche di nobilitazione sono:

  • la goffratura(rilievo)
  • la fustellatura(taglio)
  • la termografia/termorilievo(rilievo chimico)
  • la labbratura(imitazione della Foglia oro)
  • la stampa con lamina a caldo

Bianco selettivo

Il bianco selettivo è una finitura speciale che consente di stampare il colore bianco su alcuni supporti specifici. La stampa del bianco, infatti, è un’attività complessa visto che il colore bianco non può essere riprodotto grazie alla combinazione dei colori in quadricromia (CMYK). La classica stampante a getto d’inchiostro tradizionale, infatti, stampa solo i colori che si trovano nello spettro che circonda il bianco, ma non riescono a stampare il bianco stesso.  Per questo motivo, le stamperie più tecnologicamente avanzate hanno provveduto a integrare il bianco come un quinto colore addizionale stampabile. La stampa del bianco selettivo è utilizzata soprattutto su materiali come supporti trasparenti, traslucidi, colorati, specchianti o metallizzati.