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La rivoluzione tipografica capeggiata da Filippo Tommaso Marinetti
Tra il 1909 e il 1944, anni con cui convenzionalmente si indica inizio e fine del Futurismo in Italia, il trattamento di calligrafia, caratteri tipografici e tipografia testimonia lo spirito di rottura col passato. Si assiste infatti a un rifiuto delle convenzioni tipografiche, oltre che letterarie, consolidatesi nell’arco di secoli, in favore di composizioni più espressive e meno razionali. La composizione delle lettere sulla pagina doveva infatti riprodurre visivamente enunciati e espressioni verbali. La rivoluzione tipografica futurista inizia nel 1912, quando Filippo Tommaso Marinetti compone le prime “parole in libertà”, componimenti in cui le parole non hanno alcun legame sintattico-grammaticale fra loro e non sono organizzate in frasi e periodi. Lo stile è rivoluzionario tanto foneticamente quanto visivamente. La sonorità delle parole, spesso onomatopeiche, e il loro trattamento tipografico sulla pagina sono elementi di primaria importanza, in un connubio di letteratura, musica e arte visiva.

Il libro futurista
Nel manifesto Distruzione della Sintassi – Immaginazione senza fili, Marinetti scrive: «io inizio una rivoluzione tipografica diretta contro la bestiale e nauseante concezione del libro di versi passatista e dannunziana, la carta a mano seicentesca, fregiata di felci ed apolli, ortaggi, mitologici nastri da messale, epigrafi e numeri romani. Il libro deve essere l’espressione futurista del nostro pensiero futurista […]. La mia rivoluzione è diretta contro la cosiddetta armonia della pagina». La rivoluzione grafica del Futurismo non si limita dunque alla pagina, ma riguarda tutto il libro. Negli anni Venti e Trenta del Novecento le sperimentazioni grafiche dei futuristi si allargano infatti alle forme, alle legature, ai materiali e alla stampa di libri, intesi come veri e propri oggetti. Nel 1927 Fortunato Depero, pittore, scultore e designer futurista, pubblica il libro Depero futurista, una raccolta dei suoi esperimenti tipografici, manifesti pubblicitari, arazzi e altri lavori. Depero futurista si presenta come un’evoluzione della tipografia futurista avviata da Marinetti, e come il primo oggetto-libro. Popolato da coraggiose sperimentazioni grafiche, impaginazioni innovative e lavori in ogni campo artistico, Depero futurista è anche noto come Libro imbullonato, in quanto rilegato insieme da due grossi bulloni industriali.






