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L’etichettatura ambientale contiene tutte le informazioni riguardanti la composizione di un imballaggio e le indicazioni per la raccolta, il riutilizzo, il riciclo e il corretto smaltimento di quest’ultimo da parte del consumatore. In Italia, la legge in vigore a partire da inizio 2023 dispone che tutti gli imballi siano etichettati secondo le modalità indicate dalle Linee Guida ministeriali. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la recente normativa.
Etichettatura ambientale 2022
Dopo una lunga serie di proroghe, il 21 Novembre 2022 è stato pubblicato il Decreto Ministeriale n. 360 del 28 settembre 2022, che adotta le Linee Guida sull’etichettatura degli imballaggi ai sensi dell’art. 219, comma 5 del d.lgs. n. 152/2006. Il decreto sancisce l’obbligo di etichettatura ambientale su tutti gli imballaggi immessi sul mercato italiano a partire dal 1° Gennaio 2023.
La normativa ha l’obiettivo di migliorare la qualità della raccolta differenziata dei rifiuti e aumentare la consapevolezza dei consumatori rispetto allo smaltimento degli imballaggi. Le Linee Guida recepiscono inoltre le direttive dell’UE in tema di rafforzamento del ricorso alla digitalizzazione delle etichette, allo scopo di facilitare l’aggiornamento delle informazioni ambientali da parte delle imprese produttrici ed evitare barriere al mercato interno.
Etichettatura ambientale imballaggi: quali informazioni inserire?
Le informazioni obbligatorie da includere nell’etichettatura ambientale degli imballi destinati al consumatore finale sono le seguenti:
- Tipologia di imballaggio: ad esempio flacone, bottiglia, astuccio, ecc.
- Identificazione specifica del materiale: codifica alfanumerica identificativa secondo la Decisione 97/129/CE, eventualmente integrata dalle norme UNI en ISO 1043-1:2002 oppure dalla norma CEN/CR 14311:2002 “Packaging – Marking and material identification system”.
- Famiglia del materiale di riferimento (ad esempio acciaio, alluminio, plastica) e indicazione sul tipo di raccolta (differenziata o indifferenziata).
Oltre a questi dati obbligatori, è possibile associare altre informazioni ambientali riguardanti la compostabilità o la biodegradabilità, delle indicazioni finalizzate a favorire una raccolta differenziata di qualità e le certificazioni ambientali dell’azienda.
Per chi è obbligatoria l’etichettatura ambientale?
L’obbligo di etichettatura ambientale riguarda tutti gli imballaggi destinati al consumatore finale o al canale B2B, in quanto tali o sotto forma di prodotto preconfezionato, in vendita o ceduti a titolo gratuito. Tuttavia, le etichette sugli imballi per il canale commerciale o industriale devono obbligatoriamente indicare solo la codifica alfanumerica identificativa dei materiali e possono omettere le indicazioni sulla raccolta.
L’etichettatura ambientale deve comprendere tutti i materiali separabili manualmente che compongono la confezione. Un componente viene considerato separabile manualmente quando l’utente può separarlo completamente e senza rischi dal corpo principale con il solo utilizzo delle mani, senza dover ricorrere a ulteriori strumenti.
Nel caso in cui, al contrario, nella confezione siano presenti degli elementi non separabili manualmente (ad esempio etichette adese, tappi e finestre) l’etichetta dovrà riportare solo la codifica identificativa del materiale del corpo principale e le indicazioni sulla sua raccolta. Ove possibile, si potrà inserire il codice identificativo del materiale anche sulle componenti non separabili manualmente.
Dove posizionare l’etichettatura ambientale
Le informazioni possono essere riportate, a discrezione del produttore, sulle singole componenti separabili, sul corpo principale del packaging oppure sulla componente che ha già l’etichetta, in modo da facilitare la lettura da parte del consumatore finale. Tuttavia, nel caso vi siano degli effettivi limiti fisici e/o tecnologici per l’apposizione dell’etichetta sul packaging, è consentito ricorrere ai canali digitali (QR code o app).
Sanzioni previste per chi non esegue l’etichettatura ambientale
Anche se la normativa è entrata in vigore il 1/01/2023, tutti gli imballaggi che sono stati prodotti e non etichettati prima di tale data possono essere utilizzati fino ad esaurimento delle scorte.
Secondo quanto stabilito dall’art.261 del D.lgs. 152/06, le imprese che non rispettano i criteri contenuti all’interno della normativa sull’etichettatura ambientale rischiano una sanzione che va dai 5.200 a 40.000 euro. Tali sanzioni sono applicabili non solo a chi produce il materiale dell’imballaggio, ma anche ai commercianti e ai distributori.
Etichettatura ambientale: CONAI
Sul sito web del CONAI (Consorzio Nazionale degli Imballaggi) è possibile trovare una serie di risorse utili ad avere chiarimenti e indicazioni sul tema dell’etichettatura ambientale. Le aziende possono accedere gratuitamente a documenti contenenti linee guida e best practice sull’etichettatura delle diverse tipologie di imballaggio, webinar di approfondimento, una sezione FAQ con le risposte alle domande più frequenti e molto altro ancora. Inoltre, lo strumento online E-tichetta consente di realizzare autonomamente un’etichetta ambientale in conformità alle normative vigenti. Chi invece volesse avere il parere di uno specialista, può trovare una lista di consulenti suddivisi per Regione.
Etichettatura ambientale: esempi
All’interno delle Linee Guida sull’etichettatura degli imballaggi adottate dal Decreto Ministeriale n. 360 del 28 settembre 2022 sono presenti alcuni esempi di etichettatura ambientale da cui prendere spunto. Inoltre, sul sito web del CONAI è disponibile una collana di documenti contenenti applicazioni pratiche per settori merceologici specifici.
Nella sezione Good Ideas della piattaforma è possibile anche consultare alcuni esempi di etichette ambientali (in formato cartaceo o digitale) realizzate dalle aziende italiane, suddivise per categoria merceologica.
Etichettatura ambientale del vino
La legge italiana sull’etichettatura ambientale prevede che le etichette delle bottiglie o damigiane di vino destinate al consumatore finale riportino almeno 3 tipologie di informazioni:
- Un codice alfa-numerico che identifica il materiale di imballaggio (esempio: tappo= sughero, bottiglia = vetro, capsula = alluminio). Secondo le Linee guida per il settore alimentare fornite dal CONAI, il tappo delle bottiglie viene infatti considerato un componente separabile manualmente e deve quindi essere correttamente identificato.
- La lista dei materiali che compongono la confezione.
- Le indicazioni sulla raccolta dell’imballo.
Come abbiamo visto, queste informazioni possono essere inserite all’interno dell’etichetta cartacea apposta sulla bottiglia oppure veicolate tramite un QR code.
Inoltre, il Regolamento (UE) 2021/2117 che entrerà in vigore l’8 dicembre 2023 prevede che l’etichetta delle bottiglie di vino debba riportare anche gli ingredienti e le informazioni nutrizionali, al pari delle etichette presenti sui prodotti alimentari.
Alla luce di queste ultime novità legislative, le etichette digitali rappresentano sicuramente la soluzione migliore, in quanto consentono di ottimizzare il poco spazio a disposizione e di fornire al consumatore dati completi e sempre aggiornati rispetto alle diverse normative vigenti.
Le aziende vitivinicole interessate a creare la propria etichetta elettronica possono usufruire di U-Label, la piattaforma multilingue creata dal Comité Européen des Entrepises Vins (Ceev) e SpiritsEurope. Dopo aver caricato le informazioni sui prodotti, si ottiene un QR code contenente tutti i dati riguardanti ingredienti, valori nutrizionali, provenienza del vino, raccolta e smaltimento degli imballi e altri messaggi legati al consumo responsabile o alla produzione sostenibile. Grazie alla geolocalizzazione, le informazioni immesse vengono automaticamente tradotte in una delle 24 lingue disponibili, a seconda del Paese in cui si trova il consumatore.
Etichettatura ambientale dell’olio alimentare
La normativa riguardante l’etichettatura ambientale delle bottiglie di olio alimentare destinate al mercato B2C è la stessa descritta nei paragrafi precedenti e prevede l’inserimento delle seguenti informazioni:
- Classificazione di tutti i materiali di imballaggio separabili manualmente;
- Istruzioni per la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio di questi ultimi.
Come accennato, nel caso di packaging costituiti da un corpo principale e altre componenti non separabili manualmente, ad esempio una bottiglia di vetro con tappo anti-rabbocco ed etichetta, questi ultimi due possono essere etichettati in via del tutto facoltativa con la relativa codifica alfanumerica identificativa del materiale, ma non dovranno riportare indicazioni sulla raccolta. Qualora, per motivi di spazio, non fosse possibile indicare le informazioni obbligatorie su ogni singola componente, è consentito riportarle sulla bottiglia di vetro, tramite etichetta cartacea o digitale.
Come per gli altri prodotti, tali norme non si applicano agli imballaggi secondari e terziari destinati al settore B2B, ad esempio i pallet, le scatole o le interfalde in cartone ondulato, per i quali l’indicazione del materiale di imballaggio può essere veicolata tramite QR code oppure inserita nei documenti di trasporto che accompagnano la merce.
La nostra guida sull’etichettatura ambientale termina qui, ma sul sito del CONAI potrai trovare moltissimi esempi di etichette fisiche e digitali da cui prendere ispirazione!