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A Perugia c’è un’edicola per gli amanti della carta stampata: l’edicola 518
È soprannominata il “tempio della bella carta”: Edicola 518 è una vecchia edicola nel centro di Perugia, riaperta nel 2016 dopo anni di chiusura da un affiatato collettivo con l’idea di riallacciarsi alla città e farne riemergere la cultura sommersa.
Oggi Edicola 518 offre una scelta unica di magazine indipendenti, libri d’artista, fanzine, libri e tanto altro. Nella nicchia dei prodotti cartacea di qualità è una realtà stimata e di successo. Tanto che attorno alla loro idea imprenditoriale è nata una piccola comunità di fedelissimi.
Abbiamo intervistato Alberto Brizioli – tra i fondatori di Edicola 518 – e ci siamo fatti raccontare la loro storia, le scelte che hanno fatto e qualche idea per il futuro.
Ciao Alberto. Sappiamo che Edicola 518 è nata da una rivista cartacea. Ci racconti come è andata?
Sì, tutto è nato da una rivista – che si chiamava Emergenze – a cui abbiamo iniziato a lavorare nel 2015. Attorno alla rivista si era riunito un gruppo di persone con professionalità decisamente diverse: alcuni di noi erano giornalisti, c’era l’artista maltese Kristina Borg , io mi occupavo principalmente di video e fotografia. Ci accomunava di aver fatto tutti esperienze in contesti lontani da quello locale, alcuni di noi sono umbri, altri di Milano. Con la rivista invece volevamo tornare, all’atto pratico, a riallacciarci con la città e a indagarla. Emergenze quindi parlava di Perugia e voleva fare emergere – da qui il nome – le realtà sommerse a livello culturale.
Da qui come prosegue la storia che vi ha portato all’apertura di Edicola 518?
Attorno alla rivista sono nate subito altre cose. Ad esempio, l’installazione “Riprendere il filo” realizzata da Kristina Borg: un filo rosso che zigzagava da un capo all’altro del centro storico di Perugia. Oppure la mostra fotografica di Walter Meregalli che ritraeva perugini e passanti. C’erano laboratori e workshop. Finché – era il giugno del 2016 – stavamo finalmente uno spazio fisico dove collocarci e vendere i nostri prodotti. Ci viene in mente questa edicola di Perugia, un’edicola che era rimasta chiusa da un po’ ma che era collocata in una bella posizione in centro storico. Abbiamo pensato che sarebbe stato davvero interessante prendere quell’edicola e rivoluzionarne l’estetica e il contenuto.
Aprire, o meglio riaprire, un’edicola negli anni Dieci del Duemila può sembrare una mossa azzardata. Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto su questa strada imprenditoriale?
A dir la verità è stato tutto molto spontaneo, è difficile rintracciare le motivazioni. L’idea iniziale era che l’edicola fosse un luogo di aggregazione. Quando siamo entrati in possesso del luogo ci siamo però trovati a doverlo riempire perché, ovviamente, non potevano bastare la nostra rivista e le nostre opere. Così abbiamo iniziato a metterci dentro le cose che piacevano a noi.
Abbiamo iniziato con l’arte, con il discorso politico, sociale e libertario. Poi sono arrivate le riviste. All’inizio ci siamo interfacciati con il classico distributore delle edicole e ci siamo subito resi conto che il nostro spazio era solo un numero per loro. Eravamo l’edicola numero 518: da qui prende il nome il negozio.
Volevamo però andare contro questa logica, non ci piaceva quel modo impersonale di gestire la cosa. Così siamo andati prima da un distributore più piccolo, poi vedendo cosa interessava al nostro pubblico ci siamo diretti su prodotti cosiddetti di nicchia. È vero che il settore della carta può sembrare in crisi, ma è anche vero che proprio per questo conviene investire su prodotti rari e di qualità.
Penso che il nostro lavoro sia anche riuscito in parte a creare un pubblico che prima non esisteva, almeno non di queste dimensioni. Proponendo un’offerta nuova abbiamo in qualche modo creato la domanda.
Qual è il vostro business model? Puntate tutto sulla vendita di riviste e libri o vi occupate anche di eventi e altri servizi?
Il cuore di Edicola 518 sono i libri e le riviste, sia in negozio che – in particolare a partire dalla pandemia – con l’e-commerce.
Ci sono poi altre piccole attività. Noi stessi siamo editori e abbiamo anche una piccola rete di distribuzione informale che si basa molto sul rapporto diretto. Alcune realtà si appoggiano a noi per scegliere prodotti cartacei di nicchia, invece dei classici distributori. Infine abbiamo iniziative artistiche e una fitta programmazione estiva di presentazioni ed eventi legati a libri, ma anche alle riviste – il che li rende assai vari.
Proprio le riviste sembrano essere una delle caratteristiche che contraddistingue la vostra offerta. Siete sempre stati appassionati di questa tipologia di prodotto stampato?
Diciamo che eravamo appassionati per ragioni di studio, ma non eravamo estremamente formati sull’argomento. Quando abbiamo fondato Edicola 518 eravamo appena usciti dall’università – come detto – quindi le passioni stavano fiorendo proprio in quel periodo.
Con il tempo ci siamo fatti guidare un po’ dalle conoscenze che abbiamo acquisito, un po’ dalla passione e dalla curiosità. Alla fine, se si monitorano i giusti canali, quello delle riviste cartacee non è un mondo vastissimo.
Come si sta evolvendo, secondo voi, il mondo delle riviste stampate oggi?
C’è stato un cambiamento notevole. Secondo noi è dovuto al fatto che la gente si era un po’ stufata di contenuti su cartaceo di bassa qualità – quelli proposti dai quotidiani ad esempio – che spesso sembrano riassunti di ciò che puoi leggere su Internet.
All’estero, soprattutto nel mondo anglosassone, c’era invece già un’offerta di riviste cartacee di alta qualità. Le riviste sono oggetti molto belli, realizzati con estrema cura e con contenuti interessanti. Per questi oggetti di carta negli ultimi due anni è nato un pubblico anche in Italia. Si può infatti notare che anche nelle grandi librerie, spesso si trova ormai un angolo dedicato alle riviste.
Consigliateci tre riviste che potrebbero piacere a chi legge il blog di Pixartprinting.
Una potrebbe essere sicuramente TYPEONE, una rivista parecchio conosciuta che si occupa di grafica e tipografia con dei focus tematici. Ad esempio l’ultimo numero è sul writing, la tipografia che prende spunto dalla strada.
BranD invece è una rivista che si occupa di branding, di packaging, di grafica pubblicitaria. È una rivista che piace molto.
Infine una rivista divertente è Pressing Matters. Esplora il mondo della stampa e dà molto spazio al discorso artigianale e tipografico. Ci sono reportage da tipografie, sui caratteri mobili, sulla tipografia. Insomma ti fa vedere non solo il lavoro degli artisti, ma anche il mondo artigianale dietro la stampa.
Edicola 518 non è solo un’edicola, è un progetto culturale che ha aggregato attorno a sé una piccola comunità, online e offline. Qual è un episodio che ci potete raccontare sulla comunità che vi sta attorno?
C’è un episodio negativo e positivo al tempo stesso. Qualche mese fa, quando siamo arrivati in Edicola, abbiamo trovato la vetrina sfondata. Era la seconda volta che capitava. Episodi come questo – che siano accidentali o intenzionali – ti fanno sorgere abbastanza spontaneamente una domanda: ma chi ce lo fa fare? Gestire infatti un’attività di questo genere è infatti difficile, ci vuole molta motivazione anche perché – pur funzionando bene – ha livelli di remunerazione più bassi rispetto ad altri tipi di lavori.
Nello scoramento è però arrivata la risposta della comunità. Il giorno dopo il gestore dell’enoteca nella nostra via ci ha portato una bottiglia di vino in regalo. I nostri clienti hanno comprato libri e riviste – online e in negozio – come forma di sostegno. C’è addirittura chi si era offerto di ripagare il danno, ma abbiamo gentilmente rifiutato.
La risposta partecipativa di tutti, sia a distanza che in città, ci ha mostrato che comunque stiamo facendo qualcosa che la gente sente. Nonostante le difficoltà, insomma, certi segnali ti fanno capire che non stiamo qui invano.
Per concludere: ci potete svelare qualche anticipazione per il futuro di Edicola 518?
Come sempre abbiamo molta carne al fuoco, tanto che è sempre difficile stare dietro a tutte le idee che ci vengono in mente.
Negli ultimi anni, accanto all’edicola abbiamo acquisito uno spazio più grande dove abbiamo spostato la maggior parte dei nostri prodotti. Per questo abbiamo pensato di differenziare: l’edicola oggi è tutta dedicata a libri di poesia. Quello della poesia è un settore che ci interessava da tempo. In passato non avevamo mai avuto tempo di approfondirlo, negli ultimi anni invece ci siamo riusciti.
Da questo studio sulla poesia è nata una collana edita dalla nostra casa editrice, con tre prossime uscite a breve in catalogo.
Il prossimo 4 settembre al Porto dell’Olio a Otricoli si terrà invece un festival organizzato da noi. Si tratta di un luogo molto suggestivo: un antico porto fluviale di epoca romana sul fiume Tevere. Le performance del festival saranno sul tema acquatico. Il festival va infatti a compiere una ricerca che stiamo portando avanti sul discorso del fiume e che si concretizzerà anche in una prossima pubblicazione.
Foto: Alberto Brizioli / Edicola 518