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L’autopubblicazione viene praticata da sempre più autori in tutto il mondo: non soltanto speranzosi scrittori di romanzi o sedicenti guru dal personal branding grottesco, ma autori che scrivono per divulgare, raccontare, descrivere a community più o meno ampie, disposte ad ascoltarli.
Il self publisher è ormai una figura riconosciuta del panorama editoriale e non è più additata come il dilettante in cerca di fama; persone autorevoli, professionisti, studiosi, ricercatori, nonché scrittori validi pubblicano per conto proprio testi che altrimenti il mercato editoriale ignorerebbe, non più per una questione di qualità ma per logiche di marketing e di profitti troppo esigui. Non sempre il mercato editoriale ha una buona vista e talvolta il mondo dei selfpublisher produce veri e propri casi editoriali.
Se anche tu sei autore di un libro e stai pensando di pubblicarlo, in questo articolo troverai dei consigli utili su come prepararlo per poter stampare un prodotto di alta qualità.
LA CURA DEI TESTI
Ogni libro per poter essere interessante deve avere dei buoni testi. Il che non significa che debbano essere originali o degni di un premio Nobel, ma che possano interessare al pubblico.
Per catturare il pubblico però non basta una buona storia o individuare un argomento trendy: la lettura deve essere scorrevole e non devono esserci errori ortografici, refusi, parole sbagliate, insomma la grammatica va rispettata e il linguaggio deve essere comprensibile.
La fase di revisione dei testi è fondamentale: si chiama editing quell’insieme di processi che permettono di controllare ciò che è stato scritto e di correggerlo.
Il primo editing da fare è quello di revisione ortografica del testo. Qualsiasi software di scrittura ha una correzione automatica del testo che corregge o almeno segnala eventuali errori ortografici da matita rossa.
Il secondo editing è quello sul senso e il significato dei contenuti, la loro struttura, la coerenza. Un editor professionista sa lavorare bene su questi aspetti ed è capace di ottenere grandi cose da un testo anche solo cambiando la posizione di una frase.
La terza fase dell’editing è quella della preparazione del testo per l’impaginazione: usando lo strumento di ricerca nel testo con il software di scrittura bisogna eliminare doppi e tripli spazi, correggere apostrofi e accenti (ci sono persone che per scrivere è usano i caratteri e’…) e poi togliere qualsiasi colore, link, stili o altra “sporcizia” dal file in modo da renderlo pulito. Questa parte è importante per quando si andrà ad importare il testo nel software di impaginazione.
Software da usare per l’editing
Le scelte sono tante e alcune ovvie, come Microsoft Word, ma per testi poco complessi qualsiasi software di scrittura va bene. Un consiglio che mi sento di dare è quello di usare applicazioni che salvino costantemente il file in remoto, in modo da non perderlo mai e avere disponibili tutte le revisioni; anche in questo caso la scelta è ampia, da Google Documenti a applicazioni più strutturate come Notice o Evernote.
LA CREAZIONE DEL LIBRO: IMPAGINAZIONE
Perché un testo possa diventare in un oggetto-libro, bisogna trasformarlo in un impaginato, il che significa inserirlo correttamente in delle pagine che andranno a formare poi il libro fisico.
Rimando alla fine di questa sezione per un consiglio sui software da utilizzare in questa fase, perché la cosa fondamentale da sapere è che i libri vengono stampati dal 1450 (anno convenzionale nel quale si presume che Johannes Gutenberg abbia stampato il primo libro usando caratteri mobili), quindi ci sono quasi 600 anni di esperienze nei quali si sono cristallizzate regole e norme che è bene conoscere. I libri sono uno degli oggetti che l’essere umano conosce meglio e fare errori nel costruirlo può rendere il nostro libro non meritevole di attenzione, se non denigrabile.
Il libro è costituito di parti che sono ben codificate e riconoscibili, tanto che esiste una nomenclatura (che può assumere termini diversi a seconda dei paesi); un giro sul web può aiutarti a capire cosa sono e a cosa servono testatine, frontespizio, occhielli, colophon, etc.
Quando giunge il momento di inserire il testo in un software di impaginazione dobbiamo aver già deciso almeno due cose sul libro: il numero di pagine da cui sarà composto e il suo formato, ovvero le sue dimensioni. Una decisione influenza l’altra, quindi è sempre meglio creare già un preventivo di stampa, in modo da procedere con la lavorazione.
LA STAMPA
Una volta che il libro è impaginato è necessario esportarlo in formato PDF per poter essere mandato in stampa. A questo punto non resta che attendere la consegna degli scatoloni, aprirli e annusare l’odore di libro appena sfornato!
Nella realtà, in questa fase ci sono altre trappole che possono far diventare il libro autoprodotto in un oggetto di scarsa qualità.
Saper scegliere la carta è fondamentale: per risparmiare, molti optano per le patinate, ritrovandosi poi con pagine più o meno lucide, non piacevoli al tatto e che riflettono la luce invece di assorbirla. Le carte migliori per stampare un libro sono sicuramente le usomano; possono essere interessanti anche le carte riciclate o altre tipologie più pregiate. La scelta della carta stabilisce l’importanza dei contenuti e può esaltarne il pregio.
L’altra cosa da tenere in considerazione è la copertina: rigida o flessibile, quindi farai un libro in cartonato o in brossura? La scelta è importante non solo per rendere l’oggetto più o meno importante, ma perché, ad esempio, un numero di pagine esiguo può avere bisogno di una copertina rigida. Guarda i libri illustrati per bambini: spesso hanno la copertina rigida perché contengono dalle 32 alle 48 pagine e se avessero una copertina flessibile, si affloscerebbero e si rovinerebbero in poche letture; invece hanno bisogno di essere resistenti e di poter essere esposti o riposti in piedi.
IL CONSIGLIO DEI CONSIGLI
Proprio perché sono già secoli e secoli che produciamo libri, nessuno si aspetta che il tuo libro autoprodotto debba innovare o rivoluzionare il mondo dell’editoria. Perciò cerca di creare un libro che sia il più possibile “normale”, ovvero che sia prodotto seguendo quelle che sono le norme stabilite.
Per capirle meglio, oltre a fare delle ricerche sul web (ci sono tantissime risorse e articoli, anche in italiano, per chiunque voglia autoprodursi un libro), il consiglio migliore è quello di guardare i libri dei migliori editori e cercare di carpirne i segreti.
Guarda sugli scaffali i libri che hai già in casa, vai in libreria e sfoglia le pagine per ritrovare quelle norme fondamentali, siediti comodamente nella biblioteca della tua città, osserva, studia e prendi appunti.
Alla fine, come ci dicono i migliori graphic designer del mondo, la struttura e la grafica del libro non devono distrrarre l’attenzione del lettore, in modo da lasciargli il piacere della lettura.
Buona fortuna!