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Ci sono storie racchiuse in libri che ormai fanno parte di noi.
Forse non tutti hanno davvero sfogliato e letto le pagine che le raccontano, ciononostante conosciamo a menadito avventure e sentimenti dei loro protagonisti: fanno parte della cultura popolare. Sicuramente Moby Dick appartiene a questa categoria di libri.
È la storia del capitano Achab che, a bordo della baleniera Pequod, solca i mari alla ricerca della sua vendetta: vuole trovare e uccidere Moby Dick, la balena bianca che gli ha tranciato una gamba. Pubblicato nel 1851, Moby Dick inizialmente fu un insuccesso commerciale nonostante le aspettative del suo autore: lo statunitense Herman Melville. Al momento della morte di Melville, nel 1891, il libro era fuori catalogo sintomo che il libro non era stato accolto con troppo favore.
Forse la sua scrittura era un po’ troppo avanti per i contemporanei? Chissà! Fatto sta che solo a partire dai primi decenni del secolo seguente che il libro iniziò ad essere riconosciuto come uno dei più significativi e venduti al mondo. Oggi Moby Dick è considerato uno dei 100 migliori romanzi mai scritti.
Oggi raccontiamo la storia di Moby Dick dal nostro punto di vista: quello delle copertine più belle, importanti e… aneddotiche. Tutti a bordo del Pequod!
Le copertine delle prime edizioni, con due titoli diversi
Come ormai abbiamo ben imparato, le copertine ottocentesche non ci offrono grandi slanci di creatività – lo abbiamo visto nelle copertine di Alice nel Paese delle Meraviglie e in Dracula di Bram Stoker. Spesso però cover e frontespizi nascondono altri gustosi aneddoti, in particolare riguardo al titolo.
Moby Dick non è da meno: Melville, infatti, cambiò idea all’ultimo minuto rispetto al titolo da dare al suo capolavoro. Il titolo originale era semplicemente La Balena, The Whale in inglese. Alcuni ipotizzano che il ripensamento sia avvenuto perché, al tempo della prima edizione del 1851, era da poco uscito nel mercato americano un volume dal titolo molto simile.
Chissà come è andata veramente. Fatto sta che Melville scrisse prontamente il suo desiderio di modificare il titolo ai suoi editori, quello americano e quello inglese. Ma per quest’ultimo ormai era troppo tardi. Fu così che le prime cinquecento copie nel mercato inglese pubblicate da Bentley si intitolarono semplicemente The Whale. E questa non era l’unica differenza tra le edizioni: nell’edizione inglese mancava anche l’epilogo e diversi altri dettagli erano state cambiati – cosa che fece infuriare l’autore!
L’iconica copertina con le stampe di Rockwell Kent
Alcune copertine e illustrazioni colpiscono i lettori con così tanta potenza da rimanere legate al libro per decenni e decenni, accompagnandolo in epoche decisamente diverse. È il caso delle stampe di Rockwell Kent utilizzate per illustrare Moby Dick per la prima volta nell’edizione americana del 1930.
La particolare edizione della casa editrice Random House era meravigliosa: una copertina in tessuto scuro con l’elegante titolo a carattere argentato e la immaginifica illustrazione della famosa balena che impreziosisce anche il dorso del volume.
L’edizione raccoglieva circa 300 stampe di Rockwell Kent, ovvero un artista considerato, almeno negli Stati Uniti, tra i più importanti di inizio Novecento per il suo modo innovativo di rappresentare la natura e l’avventura. Nello stesso anno, una ancora più preziosa edizione da collezione – contenente tutte le stampe di Rockwell Kent e divisa in tre volumi – fu pubblicata dalla casa editrice di Chicago Lakeside Press.
L’edizione illustrata di Rockwell Kent fa il giro del mondo e ancora oggi viene ripubblicata abitualmente. Ma quello che è ancora più incredibile è che per decenni le sue stampe sono state utilizzate in numerosissime copertine. Un esempio su tutti, la copertina dell’edizione tascabile della Penguin Classics, assai diffusa.
Moby Dick in copertina, con qualche dettaglio
Moby Dick è una storia talmente conosciuta che a volte basta semplicemente qualche dettaglio in copertina per renderla riconoscibile. È il caso di alcune cover minimaliste che hanno accompagnato il libro di Melville.
C’è ad esempio la copertina disegnata su una vecchia edizione di Oxford del 1947: un arpione esageratamente grande e una balena stilizzata. In Italia, Italo Svevo Edizioni mette in campo una copertina realizzata dal cover designer Maurizio Ceccato [lo avevamo intervistato qualche anno fa nel nostro blog a proposito del suo lavoro]. Ceccato per l’edizione del testo teatrale di Moby Dick, a cura del regista Orson Welles, sceglie un solo dettaglio – la coda della balena – e l’inizio dello script.
Arpioni e balene sono gli elementi grafici scelti anche dalla cover designer Coralie Bickford-Smith per creare il pattern contemporaneo che apre l’edizione Deluxe della Penguin, con copertina in tessuto [queste particolari edizioni le abbiamo già incontrate tra le copertine de Il piccolo principe].
Decisamente minimalista è anche la delicata copertina dell’edizione cinese del 2007. Che ne pensate?
Le copertine con l’arrembaggio alla balena bianca!
In ogni caso, una delle scene più iconiche del libro è quella in cui il capitano Achab e i suoi uomini lasciano il Pequod e a bordo della loro lancia si scagliano all’attacco della tanto odiata balena bianca. Nel libro di Melville queste scene arrivano nei capitoli finali, dopo pagine e pagine di attesa e di copiosi dettagli sulla natura delle balene (difficilmente digeribili dal lettore moderno). L’avventurosità della scena però la rende una delle più scelte per la copertina. Ecco dunque le copertine con l’ultima lancia rimasta all’attacco di Moby Dick, in una carrellata di stili, paesi e decenni diversi.
C’è per esempio la copertina quasi fumettistica che apre una delle edizioni complete della Penguin. Accanto una copertina tedesca degli anni Settanta, con un Achab in prima linea.
Qui in basso, la stessa scena è presente in un’edizione tedesca del 1968 dal tratto quasi infantile: in realtà si tratta delle particolari grafiche di Günther Stiller, grafico pubblicitario ed artista tedesco attivo negli anni Cinquanta e Sessanta. Mentre a destra, vediamo un’edizione a fumetti proveniente dal Libano e datata 1993.
Una bellissima copertina americana degli anni Sessanta lascia quasi solo immaginare la sagoma di Moby Dick affiorare dall’acqua: è la balena bianca o solo l’ombra dei protagonisti? A destra, invece, un’edizione islandese della casa editrice Almenna Bokafelagid, la copertina è disegnata da Torfi Jonsson.
La più strana copertina di Moby Dick
Chiudiamo infine con quella che a noi sembra la copertina di Moby Dick più strana che abbiamo incontrato. Questa.
Sarà una vera copertina? Davvero Achab e la sua ciurma sono diventati degli studenti americani di un college anni quaranta? E soprattutto: il cagnolino non sarà mica la balena bianca?
Il New York Times inserisce questa copertina nella sua selezione delle migliori cover di Moby Dick, ma non si trovano ulteriori informazioni su questa fantomatica copertina. Se fosse effettivamente vera, sarebbe una conferma di un fatto: la vicenda di Achab e la sua ricerca della balena bianca è veramente una storia… universale!
E voi? Avete una copertina preferita di Moby Dick che non abbiamo scovato?