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Inventiva surreale, filastrocche nonsense e personaggi strampalati – su tutti il Bianconiglio, il Cappellaio Matto, la Regina di cuori, il Brucaliffo – lo rendono uno dei libri più amati nella letteratura per bambini. Avete già capito di cosa stiamo parlando: è Alice nel Paese delle Meraviglie.
Il libro nasce da una storia inventata dal matematico e prete anglicano Lewis Carroll durante una gita in barca e fu pubblicato per la prima volta oltre un secolo e mezzo fa. In copertina compariva il titolo originale: Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie – ora spesso abbreviato.
Una cosa è certa: dal primo momento della sua esistenza, il viaggio di Alice fu un successo planetario – ad oggi si contano almeno 170 traduzioni (tra cui una in emoji e una in antichi geroglifici), centinaia e centinaia di edizioni, senza contare il fortunato adattamento cinematografico della Disney.
Oggi noi ripercorriamo la storia editoriale di Alice nel Paese delle Meraviglie scoprendo le copertine più belle e sorprendenti, da quella disegnata dal pittore Salvador Dalí a quelle decisamente più “esotiche” e inaspettate. Benvenuti nella tana del coniglio!
La primissima copertina, tutta rossa
La prima edizione del capolavoro di Lewis Carroll fu pubblicata nel 1865 dall’editore londinese Macmillan, per poi venire replicata dalla Appleton a New York.
Bisogna dire che le copertine dell’epoca non erano certo un ritrovato di fantasia, almeno ai nostri occhi. Gli editori, infatti, optavano per copertine tutte uguali, tinte dello stesso identico colore, al fine di rendere riconoscibile la casa editrice. Solo questo tipo di copertine erano considerate rispettabili per essere ospitate in una tipica libreria della classe media vittoriana.
Le copertine della Macmillan erano tutte verdi. Ma Lewis Carroll si impuntò: voleva una copertina rossa. Secondo l’autore questo colore poteva attrarre meglio i lettori più piccoli. E l’ebbe vinta: la prima edizione compare in una elegante copertina rossa con un piccolo medaglione dorato che ritrae la protagonista dell’avventura. Sul retro un altro medaglione raffigura il compagno di viaggio di Alice: il Gatto del Cheshire (meglio conosciuto come lo Stregatto, come fu rinominato dalla Disney).
Compaiono le cover illustrate, oltre un secolo fa
Tra Ottocento e Novecento gli editori intuiscono le potenzialità esplosive delle cover: sull’involucro del libro iniziarono così a comparire elementi illustrati e lettering più creativi. Un mondo di pura fantasia ebbe inizio!
Fu così che, per la prima volta, sulle copertine di Alice nel Paese delle Meraviglie comparvero le originali illustrazioni di John Tenniel che fin dalla prima edizione avevano adornato l’interno del libro. Una piccola curiosità a riguardo: dopo aver stampato le prime 50 copie in assoluto di Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll fu costretto – a malincuore – a far ristampare tutto proprio per un errore nelle illustrazioni segnalato dallo stesso John Tenniel, decisamente insoddisfatto del risultato. Oggi i pochi esemplari di questa leggendaria primissima stampa valgono milioni di dollari.
Tornando alle edizioni a cavallo dei due secoli: una delle cover dove per la prima volta compare l’illustrazione di John Tenniel è quella del 1898. Qui è interessante notare anche la cura tipografica e il lettering che appare già estremamente moderno.
Nel 1899 per la prima volta Alice fu disegnata da un altro illustratore. L’edizione è quella di M. F. Mansfield & A. Wessels con l’illustrazione in rosso, blu e bianco di Blanche McManus, scrittore e artista americano. Un’altra copertina assai innovativa per l’epoca è quella pubblicata da Cassel con l’illustrazione a tutta pagina di Charles Robinson che sperimentò anche layout decisamente innovativi all’interno del libro giocando con tagli, margini e strette vignette che finora non erano mai stati visti.
La copertina disegnata da Salvador Dalì
Pochi libri al mondo possono vantare di essere stati illustrati da uno dei più grandi artisti al mondo. Alice nel Paese delle Meraviglie è uno di questi.
Nel 1969 la casa editrice newyorkese Random House chiese a Salvador Dalì – uno dei principali pittori del Novecento e il più conosciuto degli autori surrealisti – di illustrare il capolavoro nonsense di Lewis Carroll. Dalì per l’occasione utilizzò molti dei motivi a lui cari: l’orologio sciolto o la fanciulla con la corda. La particolare edizione ebbe una tiratura assai limitata – 2500 copie – che furono subito vendute a prezzi esorbitanti.
A essere precisi, l’eccentrico artista non realizzò esattamente la copertina, ma 12 litografie e un’acquaforte per frontespizio del libro. Nell’edizione speciale per il 150esimo del nostro libro – nel 2015 – una delle litografie venne però scelta proprio per la copertina.
Le copertine anarchiche del fumettista Ralph Steadman
Nel 1968 a lavorare a delle nuove illustrazioni di Alice nel Paese delle Meraviglie è il fumettista Ralph Steadman. Questa edizioni, pubblicata per la prima volta dalla britannica Dobson Books diventerà un vero e proprio cult.
Steadman con il suo tratto feroce fa entrare il surreale viaggio di Alice nel mondo contemporaneo: il Bianconiglio diventa un pendolare stressato con bombetta e ombrello, le carte da ramino invece sembrano dei minatori più che dei soldati. Le 47 inquietanti illustrazioni sono tutte in bianco e nero.
Se la copertina dell’acclamata edizione del 1968 non rende giustizia alle illustrazioni interne, diverse edizioni successive hanno reso giustizia al tratto di Steadman portando i suoi assurdi personaggi in copertina.
Una psichedelica edizione francese degli anni Settanta
Negli anni Settanta Alice nel paese delle meraviglie diventa un ottimo contenuto per interpretazioni decisamente… psichedeliche! Un ottimo esempio è l’edizione del 1974 della casa editrice francese Grasset che in copertina – e nel resto del libro – ospita gli allucinogeni disegni di Nicole Claveloux.
L’illustratrice – una poliedrica fumettista che oltre ad aver illustrato centinaia di importanti libri per bambini si è occupata anche di libri erotici – mescola sapientemente un tratto pop a contenuti decisamente surreali.
La copertina cingalese, e altre 170 traduzioni
Difficile aspettarsi un’altra immagine rispetto a quella del bruco (il Brucaliffo, nella versione disneyana) che fuma il narghilè per la copertina di una esotica edizione di Alice nel Paese delle Meraviglie. Si tratta della traduzione in lingua cingalese, una delle lingue dello Sri Lanka, pubblicata nel 1969.
Alice nel Paese delle Meraviglie è uno dei libri più tradotti al mondo: si contano oltre 170 traduzioni. Per questo le copertine esotiche e inaspettate non sono difficili a trovarsi. Di seguito la copertina georgiana, quella armena e quella in marathi – una delle molte lingue dell’India – con una Alice dai tratti asiatici.
Le inaspettate copertine per i 150 anni di Alice nel Paese delle Meraviglie
Concludiamo con una chicca. Nel 2015, per festeggiare i 150 anni dalla prima edizione di Alice nel Paese delle Meraviglie, si è colta l’occasione per aggiungere alla lista delle traduzioni alcune lingue solitamente tagliate fuori dall’editoria internazionale. È così che nasce l’edizione in pashto, una delle due lingue parlate in Afghanistan, e quella in tongano – la lingua polinesiana parlata da circa 100mila persona nelle isole Tonga.
La corsa alle traduzioni ha preso poi una piega inaspettata: così sono state pubblicate edizioni in lingue decisamente sorprendenti. Un esempio è l’edizione in inglese antico, parlato attorno all’anno mille in Britannia, o l’antico goto, la lingua germanica parlata nel medioevo da visigoti e ostrogoti. La storia di Alice è stata addirittura tradotta utilizzando unicamente emoji – ma l’opera è diventata un poster e non un libro –, in esperanto e in antichi geroglifici egiziani!
Quale di queste copertine di Alice nel paese delle meraviglie vi è piaciuta di più? E quale invece vi ha sorpreso? Conoscete altre particolari edizioni da segnalare?