Riepilogo Contenuti
Life is for sharing: quante volte hai sentito questo mantra? Dalla pubblicità (quella di T Mobile, del 2009 – ricordi?)…
… alla vita di tutti i giorni.
In effetti, la pervasività e l’avvento di social media e piattaforme digitali hanno impattato fortemente nella nostra quotidianità, generando profonde ricadute anche nel modo di vivere e promuovere qualsiasi business.
Dalle multinazionali alle PMI, infatti, il digitale ha generato una miriade di opportunità di passaparola, comunicazione, interazioni ad alto contenuto virale. Non sfruttarlo, sarebbe un vero peccato!
Se sei interessato a capire in che modo è possibile sfruttare la rete e i contenuti che vengono qui continuamente generati per la tua (piccola, media, grande) attività o per il brand dove lavori, segui i cinque consigli d’oro che seguiranno nelle prossime righe.
Cosa è un Contenuto? E perché è importante per il tuo Marketing?
Con il termine contenuto si intende qualsiasi atomo di informazione che viene prodotto e condiviso sia dagli utenti che dalle aziende, in rete come offline. Gli esempi più immediati comprendono tweet e/o post di Facebook, video, infografiche; ma anche flyer e/o magazine. Da sempre le aziende di tutte le dimensioni fanno largo utilizzo dei contenuti per le proprie comunicazioni e lo storytelling di prodotto. Tra gli esempi più storici, famosi e virtuosi compaiono il Calendario Pirelli e la Guida Michelin.
Un esempio a mio avviso brillante di utilizzo dei contenuti da parte di una realtà di piccole dimensioni è quello dell’Ottica Caradonna, il cui proprietario Nico Caradonna è bravissimo a “metterci la faccia” sui social network, sfruttando la propria popolarità per diffondere la cultura dell’occhiale e per promuovere indirettamente – o meglio, raccontare – i migliori prodotti. Sotto, un aggiornamento Facebook che integra alla perfezione il suo personal brand e il business brand del negozio.
Ancora, guarda questo video aziendale di Arborea, un’azienda italiana che produce prodotti derivati dal latte. Un contenuto bellissimo, che fa leva sullo storytelling per legare la storia aziendale con quella dell’intero Paese.
Se i contenuti sono troppi, cosa succede?
Per risponderti in due parole, si arriva a una condizione di content shock. Si tratta di due termini inglesi il cui significato è chiaro a molti già da una prima lettura. Ecco una grafica ripresa dall’articolo “Content Shock: Why content marketing is not a sustainable strategy” che spiega il problema del content shock per il marketing.
Nel momento in cui tu o io agiamo come rappresentanti / proprietari di un brand e un’azienda, dobbiamo avere presente che le persone presentano limiti nel consumo degli stessi contenuti. Parlo di «consumo» per intendere la loro fruizione in termini di lettura, visualizzazione, a seconda del formato (testuale, video, etc.). D’altra parte, i brand e le aziende hanno a che fare con la concorrenza non solo sul mercato dei prodotti, ma anche su quello delle informazioni. Quindi, dei contenuti.
Si producono sempre più contenuti, e le stime parlano di una produzione esponenziale in un prossimo futuro. A parità, però, di capacità di loro consumo da parte delle persone…
Per esplorare meglio il tema, ti propongo questo secondo schema.
La prospettiva è qui interna all’azienda, focalizzata sulle economie di scala e sulla curva di profittabilità nella produzione di contenuti. Produrre un piano di aggiornamenti sui social media, creare un video, disegnare un’infografica: si tratta di attività costose, sia in termini di tempo che di risorse umane ed economiche.
La domanda, allora, ti risulterà immediata:
Fin quanto la produzione di contenuti è sostenibile, e dopo quale momento essa diventa assolutamente insostenibile perché inefficace e inefficiente?
Tale momento è rappresentato dall’intersezione tra la linea rossa di consumo di contenuto e la linea blu di creazione di contenuto. Superato questo punto di intersezione, il contenuto diventa uno sforzo inefficace e inefficiente per il tuo marketing, di poco valore incrementale / aggiunto: il costo impiegato per produrlo non viene infatti giustificato dal (modesto) risultato ottenuto sul target a cui è indirizzato.
4 soluzioni (immediate) al content shock (spoiler: sfrutta il tuo marketing offline per veicolare contenuti e stimolare conversazioni social)
Content marketing, content shock, economia del contenuto… spero di non averti impaurito! Al contrario, ho cercato di parlare con le metafore del lessico imprenditoriale e aziendale, per farti capire alcuni concetti fondamentali al fine di avere successo nel marketing e nella comunicazione digitale.
E adesso, come ogni consulente che si rispetti… dopo il problema, ti mostro la soluzione! 🙂
In realtà sono quattro, che fanno riferimento a un’unica linea guida che devi sempre tenere in considerazione per agire al meglio nel digitale:
Non è importante la quantità di contenuto che produci, quanto la qualità dello stesso.
Introduco ora quattro modi snelli – leggi, a budget limitato e implementabili da subito – per fare in modo che le persone in rete inizino a parlare di te, si ingaggino con l’azienda e/o con il brand, condividano contenuti svolgendo attività di marketing al posto tuo. Si tratta di soluzioni che sfruttano materiali e contenuti che già produci per stimolare il passaparola online, diventando così una realtà “chiacchierata” non solo in negozio o davanti agli scaffali, ma anche sui social media.
Curioso, vero? Certamente, molto utile per non buttare via tempo e denaro.
Arrivo al sodo e te le elenco di seguito.
1.Social packaging: ne ho già trattato all’interno dell’articolo “3 Trend (e Tecnologie) che Stimoleranno la Creatività Digitale nel 2018”. Invece del solito packaging per il tuo prodotto, perché non pensi a qualcosa di “social”, progettato appositamente per stimolare il click, la fotografia e la convisione delle persone che lo vedono? Cito casi eccellenti di Nutella e Coca Cola, ma come vedi sotto non è questione di Euro – piuttosto, di una bella idea.
Spero di averti stimolato la creatività. Mettiti nei panni del tuo cliente: cosa ti spingerebbe a condividere il packaging del prodotto che stai comprando?
2.Biglietti da visita social: anche in questo secondo caso, si tratta “semplicemente” di vedere un normale strumento di lavoro che usi quotidiamente come il biglietto da visita in un modo nuovo. Guarda Thomas Smith come è stato bravo nel re-immaginare la sua business card come se fosse il suo profilo Facebook.
Se l’idea ti stuzzica, guarda quante altre ne trovi solo su Pinterest.
3.Social flyer: anche flyer e volantini possono essere completamente ripensati. Il mondo dei social media e del web in generale ha portato – a volte, riportato – alla luce alcuni trattamenti creativi ben definiti in termini di disposizione del testo e degli elementi (su cui le infografiche hanno avuto un forte impatto). Ecco, per esempio, due casi interessanti che rimandano agli stimoli appena citati.
Ti piacciono? Qui ne trovi altri 48… con questi, vedrai quante foto pubblicate online dalle persone che leggono un tuo volantino per strada o attaccato ai tergicristalli della macchina 🙂
4.Vetrofanie e sticker: anche tu, come me, usi spesso TripAdvisor durante i tuoi viaggi? Naturalmente, TripAdvisor è solo un esempio: esistono infatti centinaia, migliaia di piattaforme che disintermediano agenzie immobiliari, di viaggi, e così via. Hai però notato una cosa? TripAdvisor manda da tempo alle strutture valutate meglio dagli utenti una vetrofania da esporre sul bancone della reception. Tale vetrofania (o gli sticker appiccicati) risulta spesso essere una delle immagini più fotografate e condivise online dalle persone!
Proprio perché certifica una qualità includendo in pochi centimetri nome della struttura e stelle guadagnate attraverso il servizio offerto, diventa il contenuto indispensabile da condividere con amici e parenti su WhatsApp, Facebook o altre piattaforme quando si desidera consigliare un posto. Naturalmente, quindi, il consiglio non è quello di iniziare a stampare vetrofanie simili a quelle distribuite da TripAdvisor. Ma prova a pensarci: non stanno vivendo una seconda giovinezza?
… e 1 finale (ma attenzione ai boomerang)
Spero di averti dato 4 buoni motivi per ripensare a strumenti che utilizzi abitualmente, in un’ottica social. Online, le persone non condividono solo gattini 😉 al contrario, indipendentemente dal fatto che tu creda o meno nella presenza della tua azienda online, ti consiglio caldamente di guardare con occhio diverso ciò che “hai già in casa”.
Concludo con un ultimo consiglio, generalmente il preferito per fare parlare di sé online: i concorsi. Se ne fanno tanti, li fanno tutti, qualcuno non con il giusto senno.
Ecco, proprio su questo punto voglio soffermarmi e salutarti: certamente servono e sono utili sia a diffondere nuovi contenuti aziendali, sia a raccogliere contenuti prodotti da consumatori e giocatori. Ma va saputo come organizzarli e gestirli: questo nuovo podcast di Alessandro Vercellotti, avvocato della rete ed esperto di marketing, penso possa fare al caso tuo.
Ad maiora!