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Probabilmente anche voi a scuola avete fatto questo piccolo, ma affascinante esperimento: in una stanza oscurata si fa passare un fascio di luce bianca attraverso un prisma, proiettato sulla parete vedrete apparire uno spettro in cui sono riconoscibili tutti i colori dell’iride: i colori arcobaleno!
A scoprire che la luce bianca era composta dalla somma di sette colori – per la precisione, rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco e violetto – fu lo scienziato inglese Isaac Newton che nel Seicento fece per primo proprio questo tipo di esperimento. Ma la fascinazione per l’arcobaleno e i suoi colori ha caratterizzato da sempre le popolazioni antiche: mitologie e leggende collegano l’arcobaleno al mondo degli dei e del soprannaturale. Chi di voi crede ancora che alla fine dell’arcobaleno si nasconda una pentola d’oro, come vuole la tradizione irlandese?
Oggi invece lo spettro arcobaleno – oltre ad essere rappresentato sulla copertina di quello che è considerato uno dei migliori dischi musicali della storia – è associato soprattutto alla bandiera dei movimenti LGBTQ+. Ma anche i brand e altri movimenti popolari hanno fatto loro questi vivaci colori.
Oggi scopriamo insieme la storia dei colori arcobaleno, partendo proprio dalla bandiera pride!
La prima bandiera pride con i colori arcobaleno
L’adozione dei colori arcobaleno da parte della comunità LGBTQ+ potrebbe sembrare caotica e spontanea. In realtà esistono una data e un primo creatore della bandiera arcobaleno: la data è il 1978, l’autore l’attivista e artista Gilbert Baker.
A commissionare all’artista la creazione di un simbolo per la comunità LGBTQ+ fu Harvey Milk, la prima persona dichiaratmente gay a ricoprire una carica politica in California (a narrare la sua storia c’è un film di successo del 2008).
Baker scelse così i colori arcobaleno riferendosi a una solida tradizione che li associava a sentimenti positivi e di speranza. E ad ognuno dei colori assegnò un preciso significato, ad esempio il blu rappresentava l’armonia e la pace, il rosso la vita (qui potete trovare i singoli significati spiegati).
Quanti colori ha la bandiera arcobaleno?
Ma anche la bandiera arcobaleno è cambiata nel tempo, modificandosi per diversi motivi. I colori originali della bandiera di Gilbert Baker erano infatti otto – la prima bandiera, cucita a mano, fu e fatta sventolare il 25 giugno in occasione del primo Pride di San Francisco – ma successivamente per rendere replicabile la bandiera a livello industriale si è preferito ridurla a 6 colori.
Il tessuto rosa infatti scarseggiava all’epoca, e per praticità si è scelto anche di unire il turchese e l’indaco in un unico colore: il blu.
Questa bandiera arcobaleno a 6 colori iniziò ad essere adottata in maniera massiccia a partire dal 1979 ed è rimasta ampiamente usata sia dalla comunità LGBTQ+ sia come simbolo della difesa dei diritti fino alle prime decadi del Duemila.
La bandiera ha ispirato anche altre comunità minoritarie e discriminate ad adottare bandiere simili o ad aggiungere nuovi colori alla bandiera classica: il problema era che spesso la leggibilità del simbolo veniva compromessa e allo stesso tempo si doveva porre attenzione nel non dare più visibilità a una comunità piuttosto che a un’altra.
Così nel 2018, il designer statunitense Daniel Quasar progettò la bandiera conosciuta oggi con il nome di Progress Flag, in cui ulteriori colori sono aggiunti in forma di freccia nella parte sinistra del vessillo. Il nuovo design fu postato sui social network il 6 giugno 2018 dal suo creatore e da quel momento diventò virale! Oggi è una delle bandiere pride più utilizzate e riconosciute.
Colori arcobaleno simbolo di pace
In realtà già qualche decennio prima del pride di San Francisco e dell’invenzione della bandiera da parte di Gilbert Baker, in Italia era molto comune una bandiera molto simile – a sette colori, con il viola in alto come primo colore – a simboleggiare la pace e il pacifismo. Su questa bandiera compaiono delle bianche lettere che costruiscono la parola pace.
La bandiera della pace è una particolarità tutta Italia e poco diffusa all’estero, dove si preferiscono altri simboli. La prima bandiera della pace sembra essere stata fatta cucire dal filosofo perugino Aldo Capitini in occasione della Marcia della Pace del settembre 1961. Ma in realtà già alcuni movimenti pacifisti italiani utilizzavano quei colori negli anni Cinquanta.
Andando a studiare bene, scopriamo però che il legame tra i colori arcobaleno e il pacifismo è probabilmente ancora più antico. Nell’Ottocento il rivoluzionario Thomas Paine propose di utilizzare questi colori per segnalare le imbarcazioni neutrali. Mentre la prima volta che i colori arcobaleno furono associati alla pace all’interno di una bandiera fu nel 1913, quando un pastore e pacifista americano –James William van Kirk – disegnò la prima bandiera della pace al mondo.
All’interno ci sono i colori arcobaleno, delle stelle e un globo terrestre. Con questa bandiera il pastore metodista fece due tour mondiali predicando la fratellanza.
I colori arcobaleno, tra cultura pop e brand
A ben vedere, i colori dell’arcobaleno hanno da sempre esercitato un certo fascino nella cultura popolare. Chi non conosce la famosa la credenza popolare irlandese che vuole una pentola piena d’oro nascosta al termine di ogni arcobaleno? Nella mitologia nordica invece il ponte dell’arcobaleno – chiamato Bifrǫst – è percorso ogni giorno dagli dei per riunirsi in consiglio: se si avvista un arcobaleno, qualcosa sta sicuramente per accadere. Anche per gli antichi greci l’arcobaleno era visto come una strada sui generis che univa la Terra e il Paradiso.
Ma la potenza dei colori arcobaleno va ben oltre il folklore. Anche la cultura pop offre dei particolari esempi. Uno su tutti l’iconica copertina di The Dark Side of The Moon, l’ottavo album dei Pink Floyd considerato uno dei migliori dischi di tutti i tempi. Il designer e fotografo Storm Thorgerson scelse l’immagine del prisma che disperde la luce bianca in sei colori arcobaleno per omaggiare i famosi lightshow, spettacoli di luce molto in voga durante i concerti degli anni Sessanta e Settanta di cui i Pink Floyd facevano largo uso.
A partire dagli anni Settanta anche alcuni brand hanno iniziato ad attingere dalla potenza dei colori arcobaleno. Uno dei primi marchi, e probabilmente tuttora il più famoso, è quello del logo della Apple realizzato nel 1977 dal designer Rob Janoff. I computer Apple, infatti, avevano al tempo già degli schermi a colori, per questo il designer optò per riempire l’iconica mela morsicata con delle strisce vivaci e colorate che piacquero molto a Steve Jobs in quanto avrebbero aiutato a connettere emozionalmente il pubblico.
Un altro logo dal sapore retrò grazie ai colori arcobaleno è quello della Polaroid, l’azienda pioniera delle macchine fotografiche istantanee. I colori arcobaleno accompagnano il logo Polaroid in diverse forme a partire dal 1962. Come affermato dalla stessa azienda, lo spettro dei colori rispecchia la creatività e l’immaginazione che circonda il brand. Tanto che nel rebranding dell’azienda nel 2020, i colori arcobaleno sono ancora presenti (dopo essere scomparsi negli anni Novanta). L’ultimo logo li presenta in maniera più minimalista, diventando una sottile striscia colorata che accompagna il brand.
Un ulteriore logo a colori arcobaleno assai famoso è quello della rete televisiva statunitense NBC. A partire dal 1956 il marchio dell’emittente con sede a New York è stato caratterizzato dal cosiddetto pavone (peacock, in inglese) arcobaleno per sottolineare che i programmi della rete erano trasmessi a colori.
E voi, quale altro uso dei colori arcobaleno in grafica e corporate identity avete visto e apprezzato? Userete questi colori nel vostro prossimo progetto?