#Powercolors: il sorprendente colore viola

#Powercolors: il sorprendente colore viola

Giovanni Blandino Pubblicato il 2/3/2025

Il viola non è un colore come un altro. Dal punto di vista fisico si distingue dagli altri colori e, nel corso della storia, l’umanità gli ha riservato sempre un posto speciale. Per produrre pochi grammi di pigmento viola gli antichi fenici usavano decine di migliaia di particolari lumache, gli imperatori bizantini nascevano in stanze tutte viola e viola erano gli indumenti dei ranghi più alti in Giappone.

Viola è anche il primo colorante artificiale mai inventato: successe per caso, a un giovane studente di chimica nell’Ottocento alle prese con la consegna data da un professore. Viola è la controcultura del secolo scorso, le lotte femministe, le canzoni iconiche di Jimi Hendrix e Prince.

Insomma, aneddoti e curiosità non mancano nella storia del colore viola: oggi vi raccontiamo i più succosi!

Che colore è il viola?

Come abbiamo accennato, dal punto di vista della fisica dei colori, il viola non è un colore come un altro. Alcuni lo definiscono infatti una tinta “non spettrale” – come lo sono il nero, il bianco e i grigi – ovvero la sensazione del colore non è generata da una singola lunghezza d’onda che colpisce il nostro occhio ma nasce sempre dall’unione di due radiazioni elettromagnetiche. In questo senso il viola è una cosa molto diversa dal violetto (che invece è uno dei sette colori dell’arcobaleno), anche se molti li confondono.

Forse anche per questa sua origine fisica, nella psicologia dei colori il viola è un colore assai complesso. È associato all’unione degli opposti, alla magia e al mistero. È collegato anche alla spiritualità e alla creatività. È sicuramente un colore in movimento e in alcuni casi ha accezioni negative: qualche cultura lo connette al lutto, mentre nella superstizione italiana si dice che porti sfortuna a teatro.

Il codice Pantone di una tonalità della viola scuro “deep purple”. Immagine: it.pinterest.com

Il colore viola – o meglio l’insieme dello spettro di sfumature di viola – si ottiene mescolando il blu e il rosso con diverse quantità. Questo è vero se si lavora su uno schermo e nel sistema di colori RGB. In questo caso il codice hex per il colore viola è #A020F0.

Se invece dobbiamo stampare usando il modello di colore CMYK, il viola si ottiene grazie a una combinazione di magenta insieme al ciano o al nero, o a entrambi questi ultimi due colori.

Storia del viola, il colore della regalità

Anche dal punto della sua realizzazione, il viola è un colore tutt’altro che… banale! Fin dall’antichità è stato infatti uno dei colori più difficili da realizzare.

Nell’antico Mediterraneo, i maestri nella realizzazione del viola erano i fenici: in particolare gli abitanti di Tiro – nell’odierno Libano – per realizzare il loro celebre viola imperiale di Tiro (o porpora di Tiro) utilizzavano le secrezioni di una particolare lumaca di mare. Le tecniche utilizzate per “cucinare” questo prezioso colore sono purtroppo andate perdute nei secoli, quello che è certo è che erano così laboriose e necessitavano di così tante lumache – diecimila per un grammo di colore – che il porpora di Tiro aveva un valore triplo a quello dell’oro.

Una conchiglia murex. Il mollusco che vi abita veniva usato dai fenici per ricavarne il celebre colore porpora di Tiro. Immagine: citizenwolf.com

Anche per questo il viola era un colore indossato solo dalle classi reggenti: al tempo degli antichi Romani, tessuti viola erano appannaggio degli imperatori, dei senatori e dei generali che avevano conseguito particolari vittorie. Si narra che anche Cleopatra andasse pazza per questo colore.

Nei secoli a venire il colore viola è rimasto associato al potere e regalità. Nel Gran Palazzo di Costantinopoli, dove vivevano i regnanti dell’impero bizantino, esisteva un edificio con stanze tutte color viola: questa area era destinata a far nascere i figli degli imperatori che erano dunque detti essere “nati nel viola” o “porfirogeniti”.

La Porphyra, l’edificio con stanze viola dove nascevano i figli degli imperatori bizantini. Immagine: en.wikipedia.org

Negli imperi occidentali successivi, come nel Sacro Romano Impero, e all’interno della Chiesa Cattolica il viola è stato sempre associato agli ambiti più alti e regali della società. Per questo, ad esempio, è viola l’abito talare dei vescovi. Nella liturgia cattolica, il colore è comunque anche associato alla penitenza e al tempo di preparazione alla venuta di Cristo. Per questo è utilizzato durante i periodi della Quaresima e dell’Avvento.

Anche nell’estremo Oriente, anticamente, era assai difficile creare il colore viola. Le popolazioni cinesi realizzavano il viola dalla radice di una pianta, ma a onor del vero recenti studi sostengono che anche in Oriente potessero venire utilizzate delle lumache di mare. In Giappone il viola era un colore destinato solamente ai ranghi più alti della società: alle persone comuni non era permesso in alcun modo indossare il colore viola!

Immagine: it.wikipedia.org

Il viola, per tutti: l’inizio della produzione industriale

Dopo il medioevo la tecnica per realizzare il viola di Tiro andò dimenticata e allo stesso tempo il viola divenne meno usato, nonostante si cercassero bizzarre alternative – tra cui insetti, licheni e… urina!

L’inventore del viola sintetico, William Henry Perkin. Immagine: sciencehistory.org

Finché in epoca industriale, il giovane studente di chimica William Henry Perkin scoprì il modo di sintetizzare il colore viola, per caso. Era il 1856, quando lo studente sotto la guida del suo professore stava cercando di realizzare un chinino artificiale da usare contro la malaria. L’esperimento fallì, ma il giovane si ritrovò con un precipitato che, sciolto nell’alcol, si trasformava in una colorazione viola. La polvere divenne uno dei primi coloranti sintetici mai realizzati!

A seguito della sua scoperta, Perkin aprì vicino Londra una delle prime fabbriche di colore sintetico… tutta dedicata alla malveina, anche detta porpora di anilina, come aveva chiamato il suo nuovo colore.

Un tessuto originale della regina Vittoria tinto grazie alla malveina e conservato al Science Museum di Londra. Immagine: sciencemuseum.org.uk

Non è dunque un caso che in età Vittoriana il viola tornò di moda. E questa volta il viola non era destinato solo alle classi più alte, ma praticamente tutti potevano acquistare un capo color viola. Nonostante questa diffusione, i regnanti continuarono comunque ad essere i primi fan del viola. La regina Vittoria e l’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, iniziarono ad indossare abiti tinti di viola grazie alla nuova malveina.

Il viola nell’era pop: dal femminismo alla psichedelia

Con la democratizzazione del viola, la vita di questo complesso colore iniziò ad essere assai movimentata. All’inizio del Novecento, le donne che lottavano per il diritto di voto – chiamate anche le “suffragette” – adottarono il viola come colore-simbolo. Secondo loro, infatti, il viola simboleggiava il sangue reale che scorreva nelle vene di ogni attivista.

Un manifesto del movimento per il suffragio femminile. Immagine: en.wikipedia.org

Per onorare questa scelta anche i movimenti femministi dei decenni successivi, come quelli degli anni Settanta e i movimenti LGBT+ attuali, hanno una particolare predilezione per il colore viola che continua a simboleggiare giustizia e dignità.

Negli anni Sessanta il colore viola fu apprezzato anche negli ambienti della controcultura. Nel 1967, Jimi Hendrix componeva Purple Haze (letteralmente tradotto in foschia viola),una delle sue canzoni più celebri, che molti interpretarono come un inno alla psichedelia. Un anno dopo, nel 1968, si andava formando quella che sarebbe stata una delle band più importanti della scena hard rock mondiale: i Deep Purple. Ironicamente, il gruppo inglese prese il nome da una canzone pop degli anni Trenta, la preferita dalla nonna di un componente del gruppo.

La copertina, viola su giallo, dell’album Are You Experienced di Jimi Hendrix con all’interno la traccia Purple Haze. Immagine: it.wikipedia.org

Negli anni Ottanta, un’altra iconica canzone fu dedicata al colore viola: Purple Rain di Prince. Il potente simbolismo del viola è utilizzato dal cantante americano per una delle più iconiche ballate del pop. Lui stesso racconta della genesi del titolo: “Quando c’è sangue nel cielo – rosso e blu = viola… la pioggia viola si riferisce alla fine del mondo e allo stare con la persona che ami e lasciare che la tua fede ti guidi attraverso la pioggia viola”.

Il viola nella comunicazione, nel marketing e nel design.

Oggi la potenza del viola non sembra essersi affievolita per nulla. Negli ultimi anni diverse sfumature di viola sono state individuate come “Pantone Color of the Year”. Nel 2014 fu il Radiant Orchid, nel 2018 è toccato al Pantone 18-3838, Ultra Violet, nel 2022 al Very Peri, un blu pervinca con sottotono viola rosso.

Very Peri, il colore dell’anno 2022 per Pantone. Immagine: pantone.com

Non è neanche un caso che alcuni dei loghi più famosi hanno deciso di misurarsi con un colore così complesso. Oltre alla compagnia aerea Wizz Air c’è anche Yahoo!, uno dei protagonisti della prima era di Internet. L’azienda statunitense, a partire dal 2009, ha adottato un logo color viola, ridisegnato poi nel 2019. 

L’ultimo logo di Yahoo!, ridisegnato nel 2019. Immagine: it.wikipedia.org

Viola e arancione sono i colori del logo della società di trasporti e spedizioni statunitense FedEx, disegnato nel 1994 da Lindon Leader. Viola, anzi più precisamente lilla, è la comunicazione di Milka, l’azienda di cioccolato svizzera che già nel 1901 viene confezionata e resa riconoscibile dalla nota carta colorata.

Una confezione di cioccolato Milka. Immagine: yumbiltong.com

Nel mondo dello sport, tradizionalmente viola sono la squadra di calcio Fiorentina e il team di basket dei Los Angeles Lakers. Se ci spostiamo nell’universo dei cartoni animati, troviamo il viola un po’ dappertutto: dallo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie alla Maga Magò, passando per Tinky Winky dei Teletubbies, Skeletor, Ursula della Sirenetta, Paura di Inside Out e Yzma, la cattiva delle follie dell’imperatore.

Yzma, l’antagonista de “Le follie dell’imperatore”, in tutte le sue sfumature di viola. Immagine: disney.fandom.com

Nel design, il viola continua ad essere terra di sperimentazione. Forse ispirandosi all’antica tradizione bizantina, l’architetta Stiliyana Minkovska ha ideato un ambiente per la nascita tutto assai, estremamente, viola. Lo ha chiamato “Ultima Thule”.

Ultima Thule, la stanza per la nascita ideata dall’architetta londinese Stiliyana Minkovska. Immagine: dezeen.com

In architettura, il viola è abbastanza infrequente. Per questo viene utilizzato particolarmente per stupire e colpire l’occhio. Mentre c’è chi sostiene che il viola stia tornando anche nell’interior design, soprattutto per il suo effetto sorprendente e, allo stesso tempo, regale.

Un interno decisamente anarchico, con inserti viola, progettato da Nina Lichfield. Immagine: houseandgarden.co.uk

E voi come usereste il viola in un nuovo progetto grafico? Questa storia del viola vi ha ispirato?