#Powercolors: i segreti del colore nero

#Powercolors: i segreti del colore nero

Giovanni Blandino Pubblicato il 3/3/2025

Assenza di luce o il più profondo dei colori? Il nero per noi ha sempre rappresentato un mistero. Una cosa è certa: il nero ha un effetto estremamente potente sulla nostra psicologia. È associato alla morte, alla fine, alla paura. Ma è anche simbolo di autorità, di eleganza e di sobrietà.

Il nero è stato anche uno dei primi colori mai usati dall’uomo, insieme al rosso, per dipingere le antiche caverne. Nei secoli il colore è passato di mano in mano, di cultura in cultura, e ha simboleggiato le cose più diverse: la fertilità, la ricchezza, il cielo, la violenza, i diritti.

Oggi raccontiamo la storia del colore nero con qualche aneddoto e curiosità!

Che colore è il nero?

Che colore è il nero? Anzi, una domanda più corretta sarebbe: il nero è un colore? Mentre tutti i colori derivano dalla rifrazione della luce, tecnicamente il nero è molto diverso. È assenza di luce: completo assorbimento da parte degli oggetti della radiazione elettromagnetica che compone la luce, radiazione che quindi non arriva a colpire il nostro occhio.

Nella realtà dei fatti però il nero “funziona” come gli altri colori. Evoca ad esempio sentimenti e asseconda degli stati d’animo. Inoltre, se si deve stampare o dipingere qualcosa di nero è necessario usare e miscelare dei pigmenti così da avvicinarsi all’idea di nero assoluto.

Immagine: touchofmodern.com

Se lavoriamo nel digitale e nel sistema di colori di tipo additivo RGB, il nero è appunto creato dall’assenza dei tre colori primari rosso (R) , verde (G) e blu (B). Il codice hex per il nero è #000000. Se invece lavoriamo con una stampante e quindi il sistema di colore CMYK, il nero è creato dall’unione dei tre colori primari ciano (C), magenta (M) e giallo (Y) in combinazione con il nero (K).

Curiosamente si è scoperto che la combinazione di 60% ciano, 40% magenta, 40% giallo e 100% nero crea un nero più convincente rispetto al mero utilizzo del 100% nero. Questa combinazione è chiamata nella stampa rich black.

Storia del nero: uno dei primi colori utilizzati dall’umanità

Il nero è stato uno dei primi pigmenti nelle mani dell’uomo. Durante la preistoria, insieme al colore rosso, era infatti il nero – realizzato a partire dal carbone o dagli ossidi di manganese – aessere utilizzato per realizzare i primi dipinti dell’umanità sulle pareti delle caverne.

Il disegno di un cavallo nelle grotte di Lascaux. Immagine: worldhistory.org

Anche le prime civiltà facevano largo uso del nero. Per gli antichi egizi aveva un significato particolare: di colore nero era infatti il limo lasciato dalle inondazioni del fiume Nilo, che rendeva particolarmente fertili le loro terre. Nero era anche il colore di Osiride, il dio egizio della fertilità, della risurrezione e dell’oltretomba.

Gli antichi greci invece avevano sviluppato un sistema assai avanzato per dipingere sagome nere su vasi di argilla, più tardi il nero fu utilizzato anche come sfondo. La moda della ceramica a figure nere passò poi anche ai romani. Tra le diverse tecniche di realizzazione di questi complessi vasi alcune contemplavano l’impiego di un impasto arricchito di ossidi di ferro che durante la cottura assumeva il tipico colore nero lucido.

Antica Grecia: un cratere di terracotta a figure nere e rosse utilizzato per miscelare acqua e vino. Immagine: metmuseum.org

Dall’altra parte del mondo, nell’antica Cina, il nero veniva considerato il re dei colori. Il neroera il colore del cielo e Lao Tzu, il fondatore del taoismo, raccontava come dal nero derivassero tutti gli altri colori. Allo stesso tempo, nell’arte orientale la tecnica dell’inchiostro nero era avanzatissima: i primi inchiostri vennero inventati in Cina già oltre duemila anni fa e utilizzati successivamente anche in Corea e Giappone.

Particolare di una stampa cinese, attorno all’anno mille. Immagine: magnifissance.com

In occidente nel medioevo il nero era associato alla vita monastica e all’autorità, maa partire dal Trecento anche ai nobili e ai mercanti che erano soliti indossare vestiti neri. Gli indumenti neri erano infatti assai costosi, per realizzarli si doveva tingere il tessuto più e più volte: procedimento che ne faceva lievitare il prezzo.

Nella moda, dopo alcuni secoli più “colorati”, il nero torna ad essere assai apprezzato nell’Ottocento sia dai poeti e artisti romantici – come simbolo della melanconia – che dai capi di stato e uomini d’affari come segno di potere.

Il colore nero nel Novecento: violenza ed eleganza

Eccoci dunque arrivati al secolo scorso, dove troviamo il colore nero protagonista di un turbinio di eventi. Nel 1915 questo colore è al centro di un’opera considerata il primo esempio di arte astratta: il quadrato nero del pittore suprematista russo, una delle prime opere d’arte di Kazimir Malevich. L’opera rivoluzionaria e paradossale usava un semplice quadrato monocromatico per gettare un grande punto di domanda su tutta l’arte.

Quadrato nero dell’artista suprematista Kazimir Malevich, 1915. Immagine: upload.wikimedia.org

Pochi anni dopo un’uniforme nera fu adottata dalle squadriglie fasciste che presero il potere in Italia. Ma il nero non rimase appannaggio dei movimenti fascisti. Nel 1926, ad esempio, la stilista francese Coco Chanel creò la sua “Petite robe noire”, il tubino nero che divenne simbolo universale di eleganza.

Fu una rivoluzione nella moda e nei costumi dell’epoca: prima di quegli anni, indossare un abito nero era considerato inopportuno se non per un lutto. Negli anni Sessanta Audrey Hepburn indossando quel tubino nero nel film Colazione da Tiffany lo fece diventare icona.

Il tubino nero di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, 1961. Immagine: ilgiornale.it

Nei tumultuosi decenni successivi, troviamo il nero protagonista in molti contesti della controcultura. Nel 1966 i Rolling Stones cantavano “Paint It Black”, una canzone ipnotica con un testoassai cupo in cui il protagonista vorrebbe coprire di nero il mondo di colori che lo circonda. Ma il nero è anche protagonista delle lotte per i diritti civili degli afromericani – dal Black Power al più recente Black Lives Matter –  e allo stesso tempo associato a culture e subculture musicali: basti pensare che nel 1982 esce l’album “Black Metal” del gruppo britannico Venom che dà il nome all’intero genere.

La ricerca scientifica del nero assoluto: Vantablack e il Blackest Black

Allo stesso tempo negli ultimi anni la scienza è andata alla ricerca del nero più nero: un materiale capace di assorbire così bene la luce da simulare la sensazione di star guardando un buco nero. I primi ad andarci assai vicini furono gli inventori del Vantablack nel 2014. Unmaterialecomposto da nanotubi in carbonioche riesce a trattenere oltre il 99,9% della luce ed è disponibile in spray e pellicola.

Una statua di bronzo e la stessa statua coperta di Vantablack. Immagine: thewonderofscience.com

Questa scoperta è stata al centro di una disputa tra artisti. Nel 2016 infatti lo scultore britannico Anish Kapoor comprò il diritto esclusivo di utilizzare in campo artistico il Vantablack. Molti artisti si ribellarono: come si può comprare l’esclusiva di un colore? Tra i più scontenti ci fu l’artista Stuart Semple che – come abbiamo raccontato qui – decise di vendicarsi in un modo assai bizzarro.

In ogni caso nel 2019 il primato del materiale più nero al mondo è passato al “Blackest Black” (letteralmente proprio “nero più nero”) scoperto per caso nei laboratori del MIT nel corso di un esperimento con nanomateriale. Il nuovo materiale assorbe il 99,995% della luce e, questa volta, i due scopritori assicurano che sarà utilizzabile liberamente da qualsiasi artista.

L’opera d’arte “Redemption of Vanity” di Diemut Strebe realizzata con il Blackest Black. Immagine: news.mit.edu

Chi riuscirà infine a creare il nero più nero sulla Terra? E chi potrà sfruttare e godere della potenza di questo colore? E voi come utilizzerete il nero nei vostri prossimi progetti?