Ampersand: un simbolo duro a morire

Ampersand: un simbolo duro a morire

Marco Minzoni Pubblicato il 12/6/2019

L’Ampersand (&), chiamata anche “e commerciale” è tra i caratteri tipografici più unici e interessanti. Simbolo ampiamente utilizzato e apprezzato da molti type designer in quanto lascia ampia libertà creativa, ha origini lontane e conosciute da pochi.

Questo carattere è chiamato con nomi diversi in base alla lingua (in italiano è e commerciale, in francese esperluette, in tedesco Et-Zeichen), ed è stato inserito nel dizionario inglese nel 1837 come ampersand.

La & è stata parte dell’alfabeto anglosassone fino agli inizi del ‘900, occupando l’ultima posizione. L’alfabeto terminava con “X, Y, Z and per-se and”. Ovvero: X, Y, Z e il simbolo che per sé rappresenta “e”. La contrazione di and-per-se-and ha quindi generato l’attuale nome ampersand.

Storia ed evoluzione

Trascrizione di alcune Note Tironiane.

Anche se formalizzata dagli Inglesi, l’ampersand è stata creata nel primo secolo A.C. dal romano Marcus Tullius Tiro. Schiavo e segretario di Cicero, è considerato l’inventore dell’originale simbolo. Anche da uomo libero, Tiro ha continuato a trascrivere i testi di Cicero, e dal 63 A.C. aveva sviluppato un sistema di abbreviazioni per velocizzare la scrittura, le cosiddette Note Tironiane.

Nella Vecchia Scrittura Corsiva Romana, l’ampersand era la legatura tra le lettere “e” e “t” (“et” in latino significa “e”). Con lo sviluppo della Nuova Scrittura Corsiva Romana, sono comparse molte legature tra diverse lettere. Nonostante però poi, con la transizione dal Latino al Carolingio l’uso di queste legature sia diminuito notevolmente, il simbolo & è rimasto presente, diventando gradualmente più stilizzato e nascondendo la sua origine.

Dalla seconda metà dell’ottavo secolo, l’ampersand è stata largamente usata dagli scrivani. L’uso di questa legatura e di molte altre era funzionale all’inserimento di più parole possibili su una riga. Poter variare la lunghezza delle parole era molto utile per riempire ogni riga seguendo un layout di tipo giustificato (impaginazione di una colonna di testo in modo che tutte le righe siano allineate verticalmente fra loro sia lungo il margine sinistro, sia lungo quello destro).

Partendo da sinistra: Vecchia Scrittura Corsiva Romana 79 A.C., Nuova Scrittura Corsiva Romana 350 D.C., scrittura scozzese del nono secolo, Carolingio Minuscolo 810 ca., Scrittura umanistica 1453, William Caslon 1728 (Londra).

Dopo l’avvento della stampa in Europa nel 1455, anche gli stampatori hanno fatto uso di questo simbolo, sia per caratteri di tipo tondo sia per il corsivo. L’ampersand è sopravvissuta al periodo di stampa manuale per lo stesso logistico motivo: più caratteri mobili potevano essere posizionati su una riga sostituendo “&” a “and”, “und” or “et”. Ai giorni nostri, questo carattere rimane praticamente invariato rispetto alla versione Carolingia formalizzata nel nono secolo. In corsivo, la legatura di “e” e “t” è arrivata più tardi, in periodo Rinascimentale, e risulta solitamente più fantasiosa e decorativa.

Ampersand nella tipografia contemporanea…

Ad oggi il simbolo & è incluso nel design di tutti i nuovi font, ed è parte di ogni alfabeto latino esistente. Ci sono tantissime variazioni di ampersand, specialmente in corsivo. Anche se è stata gradualmente stilizzata, conserva ancora la combinazione delle forme base di “e” e “t”.

Questa provenienza storica è chiara in alcuni caratteri che separano più nettamente le lettere, quali Rotis Sans, Trebuchet e Bebas Neue.

Rotis Sans regular, Trebuchet regular e Bebas Neue regular

L’ampersand più utilizzata però, è quella di stampo carolingio, ed è quella che si vede nella maggior parte dei font esistenti. Si trova sia in caratteri serif, tra cui Didot, Bodoni e Bembo, sia all’interno di sans serif, come Akzidenz Grotesk, Helvetica e Univers.

Didot roman, Bodoni book e Bembo regular
Akzidenz Grotesk regular, Helvetica Neue regular e Univers roman

Oltre a queste ampersand semplici, utilizzate maggiormente nei caratteri tondi, esiste uno stile corsivo che, influenzato dalla calligrafia, mostra delle curve più vibranti. Questo stile è in generale molto elegante, e ha generato simboli davvero fantasiosi e diversi tra loro.

Prima riga da sinistra: Baskerville italic, Palatino italic, Adobe Caslon italic. Seconda riga da sinistra: Garamond italic, Sabon Italic e Monotype Corsiva italic.

Esistono diverse interessanti variazioni dell’ampersand, tra cui quelle create da Ludovico Degli Arrighi, maestro incisore e tipografo del Rinascimento, e di Robert Granjon, type designer francese del sedicesimo secolo.

Il font del 1992 Poetica, basato sull’antico Cancelleresca (scrittura calligrafica utilizzata nel commercio dal tredicesimo secolo), e creato da Robert Slimbach per la Adobe, offre una ricca collezione di 58 variazioni di ampersand.

Variazioni di & del font Poetica

& nelle identità aziendali!

L’ampersand è diventata una icona, utilizzata largamente per logotipi e tipogrammi. È un carattere comune nei loghi di diverse aziende famose, tra cui la multinazionale di telecomunicazioni AT&T. Il marchio è formato da un globo a strisce azzurre e bianche, e dal nome dell’azienda in carattere sans serif. Nel campo dei prodotti di consumo l’ampersand è stata utilizzata dall’azienda produttrice dei “cioccolatini colorati a forma di bottone”, gli M&M’s (Mars & Murrie Ltd), e dalla famosa Head & Shoulders, compagnia americana specializzata nella produzione di shampoo anti-forfora. Questa è di proprietà di The Procter & Gamble Company (P&G) che a sua volta utilizza l’ampersand nel logotipo. Un altro famoso esempio è la catena di parrucchieri Toni & Guy, fondata da due fratelli campani trasferiti a Londra negli anni ’50.

Prima riga da sinistra: AT&T, M&M’s e P&G. Seconda riga da sinistra: Head & Shoulders e Toni & Guy.

In ambito artistico, il Victoria and Albert Museum a Londra ha forse il logo più riuscito che include l’utilizzo di &. Il simbolo aiuta a completare visivamente la lettera A, ed il risultato è armonioso. Anche l’agenzia di comunicazione & Walsh ha affidato all’ampersand la sua identità. In questo caso il carattere ha anche la funzione di creare un legame tra l’azienda ed il cliente (cliente & Walsh). La casa editrice Mondadori Electa, specializzata in pubblicazioni d’arte e design, utilizza una variante di & per il proprio marchio.

Da sinistra: Victoria & Alber Museum, & Walsh e Mondadori Electa.
Prima riga da sinistra: Dolce & Gabbana e & Other Stories. Seconda riga da sinistra: Pull & Bear e H & M.

Anche nel campo della moda c’è una forte presenza dell’ampersand. Nell’alta moda troviamo il marchio di lusso italiano Dolce & Gabbana e & Other Stories, azienda nata dalla collaborazione di un piccolo gruppo di creativi. Questo simbolo è però famoso anche all’interno del “fast fashion” come ad esempio nel logotipo di H&M e Pull&Bear.

La caratteristica più sorprendente dell’ampersand è quanto questo simbolo sia sempre stato presente nella storia della tipografia e del graphic design, e come lo sia ancora oggi. Inizialmente reso famoso dalla sua funzione di abbreviazione che permetteva di risparmiare spazio prezioso, è adesso un carattere iconico che viene largamente utilizzato in tutti i settori e in tanti i tipi di comunicazione.02